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Politica | 22 gennaio 2025, 12:00

AVS tra Regione e corsa a Palazzo Tursi, Candia: “Sì a un candidato sindaco che piaccia al Pd, ma non sia per forza del Pd”

Intervista alla capogruppo in consiglio regionale che indica la strada del partito verso il voto di primavera: “No a preclusioni verso i centristi, ma devono approvare un programma condiviso”

AVS tra Regione e corsa a Palazzo Tursi, Candia: “Sì a un candidato sindaco che piaccia al Pd, ma non sia per forza del Pd”

Condivisione, coinvolgimento di tutte le forze in campo, proposte chiare, nessun faccia a faccia che escluda gli altri componenti della coalizione, la scelta di un candidato sindaco che piaccia sì al Pd, ma che non per forza sia iscritto ai ‘dem’. Selena Candia, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra in consiglio regionale, indica la strada mentre si divide tra i banchi dell’opposizione e il lavoro di squadra che porterà il centrosinistra alla sfida delle amministrative di primavera con l’intenzione di strappare Genova al centrodestra dopo sette anni di governo.
Il risultato delle regionali ha confermato che AVS è più di un semplice gregario all’interno della coalizione progressista. Con il suo 6,17% in regione e il 7,56% nel territorio comunale di Genova ha dimostrato di essere una forza dalla quale il centrosinistra non può prescindere se vuole puntare al bottino pieno. E per Candia, le imminenti comunali sono l’occasione per dimostrarlo.

Candia, ci sono già elementi per fare un bilancio dei primi mesi della sua seconda esperienza tra i banchi dell’opposizione?
Sotto molti punti di vista è in continuità con l’esperienza precedente, metà della giunta sono gli stessi dell’amministrazione Toti e anche la composizione del consiglio da parte della maggioranza in molti sono gli stessi. C’è stata anche la decisione da parte di questa giunta di non fare modifiche al bilancio e tenere quello approvato a luglio dalla giunta precedente. Nella sostanza si sta sempre andando nella stessa direzione del passato anche con la nomina di commissari e ‘saggi’, l’idea di avere queste figure terze scelte dalla politica su cui accentrare potere e impegni invece di potenziare gli uffici regionali o assumendo personale sanitario. C’è sempre questa visione dei commissari e di risolvere tutto istituendo figure apicali calate dall’alto. Anche il nuovo corso rispetto alle ferrovie: anche Berrino aveva firmato gli aumenti ma il discorso è mettere mano al contratto di servizio, altrimenti è uno spot per la campagna elettorale. Poi a livello di carattere Bucci ci mette la sua…

E per voi che cosa è cambiato?
C’è molta differenza tra essere una lista civica e rappresentare dei partiti, ci sta aiutando molto nell’avere una struttura e costruire qualcosa di duraturo. Da diverse tornate elettorali AVS si presenta e si sta consolidando migliorando il proprio risultato, un lavoro che inizia a essere riconosciuto. C’è più lavoro di squadra con gli altri eletti. Le liste civiche sono importanti, coinvolgono persone che altrimenti non si avvicinerebbero alla politica, ma costruire un contenitore e coinvolgere le persone in modo già strutturato aiuta tanto nel cambiamento

Dopo la sconfitta delle regionali sono rimaste scorie all’interno della coalizione?
Stiamo lavorando bene, rispetto alla legislatura precedente il Pd è molto più rappresentato, ora la proporzione è cambiata. Per ora siamo riusciti a mantenere un equilibrio, però va gestito e lo stesso Orlando, rimanendo sin dall’inizio, l’aveva posto come obiettivo per un processo di coalizione in cui tutti abbiano importanza

Ora all’orizzonte ci sono le amministrative di Genova, città in cui AVS ha portato a casa buoni risultati prima alle europee e poi alle regionali. Come vi state muovendo?
Come AVS stiamo facendo un lavoro sui territori e sui temi, abbiamo lanciato l’iniziativa del ‘Municipio Zero’, un incontro non frontale perché ci siamo resi conto che molte persone non partecipano proprio perché non vogliono andare a sentire quello che dice l’eletto di turno. La nostra idea era di creare un tavolo di ascolto e hanno partecipato circa un centinaio di persone. Abbiamo iniziato dal centro, poi il 30 saremo a Sestri Ponente e poi ne organizzeremo uno a Levante. L’idea è quella di andare in ogni Municipio ragionando su tre temi: qualità della vita degli spazi urbani, lavoro e socialità intesa come cultura

Vi piace l’idea di ‘piattaforma’ emersa durante l’incontro al teatro di Stradanuova?
L’impostazione è importante, il centrosinistra è uscito dalle regionali con dieci punti di vantaggio su Genova. Quel programma va valorizzato partendo anche da quella coalizione. Sono gli obiettivi minimi, se vogliamo vincere dobbiamo mantenere le proposte chiare con il “no” alla funivia e allo Skymetro al posto del quale proponiamo il tram. Prediligere le piccole opere che servono ai cittadini invece delle grandi opere. Partendo da un perimetro che vada dal centrosinistra al Movimento 5 Stelle”.

Una coalizione allargata anche ai centristi?
In teoria c’erano anche alle regionali. Non penso che il tema sia focalizzarsi sul fatto che Italia Viva ci sia o no, ormai sono in pochissimi. Diventa più un modo per depotenziare la coalizione. Non precludiamo a che ci siano persone anche afferenti a quel mondo, ma devono approvare un programma condiviso

…e vi piace anche l’idea che sia il Pd ad avere l’ultima parola sul candidato sindaco?
Sicuramente è fondamentale che il candidato piaccia al Pd per supportarlo e portare a votare le persone che sostengono il partito o che sono iscritte. Questo non vuol dire che il candidato debba per forza essere un iscritto del Pd. Per noi è prioritario tenere insieme la coalizione. Se poi non si riesce, allora meglio una figura terza

Sono usciti alcuni nomi negli ultimi giorni, che idea vi siete fatti?
Riteniamo che nessuna di queste persone sia in grado di tenere insieme la coalizione, il rischio è quello di andare alle elezioni spaccati

Una domanda ricorrente: come si fa per non ripetere gli errori delle elezioni regionali?
Anche durante gli ultimi incontri abbiamo chiesto di riunirci in modo collegiale come coalizione. Continuare, come alle regionali, con incontri bilaterali del Pd con i partiti non aiuta a tenerci tutti insieme. Anche le uscite dei centristi erano sempre viste non come un ragionamento complessivo, ma come la singola forza che si confronta con il Pd. Alla fine eravamo arrivati ad apprendere le cose dai giornali. Se iniziamo veramente a fare un lavoro tutti insieme, possiamo solo che averne un vantaggio. E dobbiamo accelerare, alle regionali abbiamo perso parecchio terreno per il fatto che Orlando aveva accettato l’incarico a maggio, ma l’annuncio è arrivato a settembre. Lavoriamo tutti insieme e prendiamo una decisione

Pietro Zampedroni

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