Scene da guerriglia nella serata di ieri al carcere minorile Ferrante Aporti, dove si è rischiata un'evasione di massa dopo che circa 50 detenuti hanno cercato di scatenare una rivolta all'interno della struttura di corso Unione Sovietica. E' stato appiccato un incendio, ma la distruzione ha riguardato anche molti uffici. Per sventare l'eventualità sono dovuti invertenire i vigili del fuoco e molte forze dell'ordine, fino a tarda notte.
A testimoniare la situazione è Enzo Ricchiuti, segretario generale aggiunto della Fns Cisl Piemonte, che racconta come "l'emergenza carceri sembra non avere più fine: purtroppo i trasferimenti dei detenuti facinorosi da un Istituto all'altro che vengono raggruppati in un altro singolo Istituto, non fa altro che contribuire al prosieguo dei loro intenti criminosi e distruttivi".
E aggiunge: "Il carcere minorile di Torino è la conseguenza degli eventi di Milano e Roma dei giorni scorsi, perché dopo aver ricevuto i detenuti che sono evasi, ha dovuto subire la stessa sorte. Stesso trattamento anche per il Lorusso e Cutugno, che è stato di nuovo devastato e il personale libero dal servizio è dovuto intervenire con l'ausilio di altre Forze di Polizia".
"Il sistema sta implodendo, bisogna ripensare tutto il il pianeta carcerario a partire dalle assegnazione dei detenuti, dal sistema sanzionatorio degli stessi e soprattutto dividere i facinorosi. Ancora una volta la nostra Polizia penitenziaria dimostra professionalità e attaccamento allo Stato ed alle sue Leggi che tenta tutti i santi giorni di far rispettare all'interno ed all'esterno delle mura".
Sul tema è intervenuta anche la vicesindaca con delega ai Rapporti col Sistema Carcerario, Michela Favaro: “Seguiamo la situazione con preoccupazione. Proprio giovedì mattina sono stata in visita alla struttura con il presidente della Commissione Legalità del Consiglio Comunale Luca Pidello e la Garante dei Detenuti Monica Gallo per incontrare il direttore e valutare insieme possibili iniziative per affrontare i problemi che la affliggono. Episodi come questo accendono ancora di più la riflessione su come sia necessario occuparsi del problema e in fretta, a livello nazionale, investendo sull’edilizia carceraria per alleggerire le situazioni di sovraffollamento ma soprattutto nell’educazione e il reinserimento delle persone e dei minori in modo particolare”.
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