Proprio alla vigilia del giorno biancorosso alle Bustecche, dove oggi idealmente lo aspettavano il suo amico di sempre Federico e tutti coloro che lo conoscono, cioè davvero tutti, se ne è andato Rinaldo Ossuzio, per tutti "il Rinaldo". Non c'è giocatore, dirigente o tifoso che non lo abbia conosciuto, che non si sia imbattuto nei suoi incoraggiamenti o rimbrotti amichevoli, nella sua capacità di esserci sempre e mettere sempre il Varese davanti a tutto e tutti. Il "Rinaldo" è la bandiera di una fede, l'essenza di chi non può fare a meno di questi colori. Non abbiamo dubbi sulla prima domanda con cui starà "torturando" tutti in questo momento: "Io alla domenica non ci sono per nessuno. Sapete come faccio a vedere il Varese da qui?". È facilissimo, Rinaldo: guarda giù e lo troverai, quando e ovunque vorrai.
Alla moglie e alla famiglia di Rinaldo l'abbraccio più sincero di VareseNoi.
Confa
Questo è il ricordo dell'amico Rinaldo di Gabriele Gigi Galassi
«Ué, giornalista!»: ogni nostra conversazione iniziava così. E mi rendeva orgoglioso sapere che una copia della nostra Provincia era certamente tra le tue mani. Il tema dei nostri discorsi, di persona o al telefono, era praticamente sempre lo stesso (ma avevi pure l’attenzione di sapere qualcosa di più di me e io di te): il Varese, il tuo e nostro amato Varese. Di cui cercavi di vedere ogni partita… e anche di più: ogni allenamento, ogni festa, ogni momento colorato di biancorosso il Rinaldo c’era, potevi scommetterci.
Di tempo insieme allo stadio ne abbiamo passato parecchio, insieme agli altri “Guardiani del Franco Ossola” che, come me, oggi avranno una lacrima a rigare il loro viso. Borbottavi, perché eri molto esigente nei confronti dei ragazzi che indossavano i gloriosi colori della squadra della nostra città; ma eri buono, e in fondo volevi bene a tutti quelli che scendevano in campo con la nostra maglia.
Quanti bei ricordi che conserverò di te, del Rinaldo… Le tue formazioni, ovviamente, un marchio di fabbrica, scritte a mano e consegnate su foglietto di carta il giorno della rifinitura al mister: momenti indimenticabili, per esempio con il Betti, che da vero cuore biancorosso ne riconosceva un altro, a cui dedicava il tempo per commentarle, con il giusto mix di serietà e ironia. Le tue urla durante le partite, a volte un po’ sopra le righe, ma sempre animate dallo stesso sentimento. I tuoi racconti, tra cui quello imperdibile del “Cumenda” che ti chiama per installare televisori il prima possibile, e senza badare al prezzo, ai giocatori del Varese più bello e vincente di sempre. Quel tuo enorme sorriso sul prato del Franco Ossola, quando ti fu donata la maglia celebrativa per il tuo 85esimo compleanno (appuntamento che abbiamo festeggiato con una telefonata ogni anno, grazie a quel promemoria che rinvio di 365 giorni ogni 15 ottobre). E quella volta che abbiamo spalato insieme la neve dal campo perché volevamo che la domenica il Varese potesse giocare?
Sì, sono davvero tanti i ricordi che conserverò.
Ciao, grande Rinaldo: un abbraccio dal tuo amico giornalista.
Questo invece il ricordo di Mattia e Silvano Conti, che con il Rinaldo hanno condiviso tante volte gli spalti e le trasferte al seguito del Varese:
Grande tifoso, grande uomo, grande amico: abbiamo trascorso dei bellissimi anni al fianco del nostro, o meglio del tuo, Varese. Appena sentivi questa parola i tuoi occhi si coloravano di bianco e rosso. Sei stato forse il tifoso più importante e attaccato alla maglia che abbiamo mai conosciuto! Ora riposa in pace e chissà se da lassù un domani riuscirai a realizzare il tuo enorme sogno, rivedere i biancorossi in serie A.
Un abbraccio grande nonno Rinaldo, tutta Varese ti ricorderà sempre.
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