Il Nazionale

Cronaca | 13 luglio 2024, 09:11

Truffa delle imprese "apri e chiudi", scoperta un'evasione fiscale da oltre 5 milioni di euro

L'operazione della Guardia di Finanza ha portato alla denuncia di tre persone: oltre ai reati tributari, facevano lavorare 28 persone a nero. Sequestrati 28.500 prodotti contraffatti

Truffa delle imprese "apri e chiudi", scoperta un'evasione fiscale da oltre 5 milioni di euro

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino hanno scoperto un’evasione fiscale di 4 milioni di euro di redditi non dichiarati al Fisco e di circa 1,5 milioni di euro di imposta sul valore aggiunto non versati all’Erario, 28 lavoratori “in nero” o irregolari, nonché hanno sequestrato n. 28.500 articoli (materiale per ufficio e minuta falegnameria) contraffatti o insicuri.

 

L’attività è scaturita da un normale controllo sull’avvenuta emissione dei corrispettivi telematici eseguito nel febbraio del 2023 dai finanzieri del Gruppo di Orbassano presso

un esercizio commerciale di Carmagnola tipo “gran bazar”.

I successivi accertamenti svolti dalla Guardia di Finanza hanno consentito di individuare e

disarticolare un sodalizio criminoso costituito da tre imprenditori - collegati tra di loro

avendo le attività una comune legale rappresentante, anch’ella cittadina cinese -, operanti

in quattro diversi empori ubicati nella Città Metropolitana di Torino.

I gestori erano soggetti di etnia cinese che, una volta divenuti insolventi nei confronti

dell’Amministrazione Finanziaria, trasferivano il complesso aziendale (personale,

attrezzature e magazzino) a una diversa impresa costituita ad hoc, mutando così - almeno

formalmente - la ragione sociale e il numero di partita IVA ma continuando, di fatto, a operare

con i medesimi clienti e fornitori.

Le imprese avevano un orizzonte operativo pari a massimo tre esercizi finanziari, nel corso

dei quali non venivano mai pagate le imposte dovute.

Una frode fiscale in piena regola, nota come metodo “apri e chiudi”.

Veniva, inoltre, adoperata manodopera “in nero” o irregolare, senza che fossero quindi

corrisposti i contributi lavorativi spettanti.

Tali elementi indiziari sono stati, pertanto, segnalati - fatta salva la presunzione di

innocenza, sino a compiuto accertamento delle responsabilità - all’attenzione delle Procure

della Repubblica di Torino e di Asti, competenti in ragione dell’ubicazione degli esercizi

commerciali, Carmagnola e Santena.

Oltre alle irregolarità fiscali, l’attività ha consentito di disvelare uno scenario di verosimile

sfruttamento della manodopera e di degrado sociale; in particolare, nel corso del controllo

presso l’emporio ubicato a Santena, è stato individuato al piano sovrastante un locale a uso

dormitorio, all’interno del quale erano state ricavate abusivamente otto camere da letto,

redazione

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