Il Nazionale

Cronaca | 11 aprile 2024, 18:01

Detenuto si arrampica sul tetto del carcere Cerialdo di Cuneo: situazione risolta dopo una lunga mediazione

Il fatto nel pomeriggio di oggi. L'uomo era in palestra quando si è improvvisamente arrampicato ino ad arrivare sul muro sovrastante il campo sportivo

Detenuto si arrampica sul tetto del carcere Cerialdo di Cuneo: situazione risolta dopo una lunga mediazione

Singolare protesta questo pomeriggio, giovedì 11 aprile, presso la Casa circondariale di Cuneo, di un detenuto nordafricano che ha attuato una manifestazione di protesta salendo sul tetto delle mura del campo sportivo del penitenziario. 

Spiega Ramona Celestino, segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “l’uomo stava svolgendo attività sportiva in palestra e si è improvvisamente arrampicato fino ad arrivare sul muro sovrastante il campo sportivo. Subito se ne è accorto l’Agente di Polizia Penitenziaria, di sorveglianza da solo per l’immissione dei detenuti nei due campi e nella palestra, facendo scattare l’allarme"

Dopo una lunga mediazione, la situazione si è fortunatamente risolta: il detenuto in questione è sceso dal tetto, grazie all'interlocuzione con la Polizia Penitenziaria presente. 

Vicente Santilli, segretario nazionale per il Piemonte del SAPPE, evidenzia “la grande professionalità e le capacità operative dimostrate dal collega e da tutti gli altri poliziotti penitenziari intervenuti”. 

“Si sono vissuti momenti di grande tensione, ma sono stati gestiti al meglio dal Personale in servizio di Polizia Penitenziaria”, dice il Segretario Generale Donato Capece, che sottolinea come la protesta è “sintomatica del fatto che le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia restano costanti, a tutto danno dello stress correlato delle donne e degli uomini del Corpo”. 


Per il leader nazionale del SAPPE, che esprime solidarietà e vicinanza ai poliziotti di Cuneo, servono “interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Servono poliziotti e regole d’ingaggio chiare, tecnologia e formazione per chi sta in prima linea nelle Sezioni, strumenti di difesa e contrasto delle violenze”. 


Il riferimento è alla necessità di “prevedere l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene e la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario”. 

E torna anche a sollecitare, per la Polizia Penitenziaria, “la dotazione del taser, che potrebbe essere lo strumento utile per eccellenza in chiave anti aggressione”.

cs

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