Mani insanguinate sui volti di Giorgia Meloni e Benjamin Netanyahu: gli studenti delle scuole superiori hanno manifestato questa mattina contro Governo, Riforma Valditara e Israele.
Il corteo partito da piazza Arbarello
Partiti da Piazza Arbarello alle 9:30, i ragazzi hanno concluso la protesta in Piazza Castello, ai piedi del Monumento al Duca d'Aosta, dove hanno fatto assemblea esponendo striscioni, bandiere palestinesi e, mani nella vernice rossa, ricoperto di "sangue" i volti dei due capi di Governo di Italia e Israele che si stringono la mano.
Manifestazione anche in altre 30 città
La manifestazione, lanciata dal Fronte della Gioventù Comunista (FGC), si è tenuta in 30 città italiane contemporaneamente, per chiedere lo stop della Riforma della scuola, il sostegno del Governo a Israele e contro le cariche della polizia nei cortei studenteschi delle ultime settimane, a partire dai casi di Pisa e Firenze del 23 febbraio. "Repressione, Riforma e Genocidio", quindi, le parole chiave della manifestazione del centinaio di studenti che sono scesi in piazza al grido di "Fermiamo il Governo".
Le ragioni della protesta
"Protestiamo - ha spiegato Caterina Mansueto del FGC e presidente della Consulta provinciale degli Studenti - per l'opposizione al Governo Meloni su tre punti principali. Uno è il sostegno al Governo israeliano sul genocidio in Palestina, poi l'opposizione alla Riforma Valditara, infine la questione della repressione a partire da Pisa e Firenze. Ci teniamo a precisare che la repressione degli studenti non è partita col Governo Meloni, ma c'è stata anche prima con tutti i governi precedenti, anche di sinistra. Oggi abbiamo avuto anche il sostegno del sindacato degli insegnanti che si oppongono alla riforma Valditara, ma nonostante questo la nostra voce non è stata ascoltata".
Presenti anche i ragazzi del Buniva di Pinerolo
Presenti anche i ragazzi del Buniva di Pinerolo che, in settimana, avevano occupato la palestra per discutere proprio della repressione delle mobilitazioni studentesche ma, dice Caterina, "hanno trovato una dura opposizione del preside che ha minacciato una forte repressione e li ha costretti a smobilitare, proprio durante un laboratorio sulla repressione".
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