Il Nazionale

Cronaca | 12 marzo 2024, 17:19

Oggi è la giornata contro la violenza sugli operatori sanitari. Il presidente dell'ordine dei medici Lucia: "Il medico torni ad essere visto come attore della relazione di cura e non come bersaglio da colpire"

"Le aziende sanitarie devono adottare protocolli per segnalare alle autorità competenti tutti gli episodi di violenza, in modo da attivare la procedibilità d’ufficio". Le violenze portano a una disaffezione verso le professioni sanitarie

Oggi è la giornata contro la violenza sugli operatori sanitari. Il presidente dell'ordine dei medici Lucia: "Il medico torni ad essere visto come attore della relazione di cura e non come bersaglio da colpire"

"La violenza colpisce tutte le categorie, penso agli insegnanti e alle bande di ragazzini minorenni che si affrontano con estrema aggressività. Gli episodi di violenza comportano per gli operatori sanitari conseguenze fisiche e psichiche spesso gravi, che non si limitano al momento dell’aggressione ma si trascinano nel tempo, con importanti ricadute con forme di ansia e depressione".

Con queste parole il presidente dell'ordine dei medici di Asti, Claudio Lucia, oggi, nella giornata contro la violenza sugli operatori sanitari, torna sull'argomento, dopo la notizia dei giorni scorsi delle aggressioni al pronto soccorso di Asti (QUI l'articolo) e il relativo raddoppio della presenza delle guardie giurate con passaggi frequenti da parte di polizia e carabinieri.

Occorre segnalare tutti gli episodi di violenza

"Voglio ringraziare il Prefetto e le forze dell'ordine - rimarca Lucia - per aver garantito più servizi e all'Asl per il progetto in corso di miglioramento delle infrastrutture dei locali. Occorre dare piena applicazione alla Legge 113/2020 sulla sicurezza degli operatori sanitari. Le aziende sanitarie devono adottare protocolli per segnalare alle autorità competenti tutti gli episodi di violenza, in modo da attivare la procedibilità d’ufficio". 

Per il professionista è necessaria anche una rivoluzione culturale, per cui il medico "torni ad essere visto come attore della relazione di cura e non come bersaglio da colpire. E’ fondamentale attivare politiche di “Risk Management”, di formazione degli operatori, di comunicazione verso i pazienti".

 La problematica della violenza nei confronti degli operatori sanitari, secondo l'Ordine, comporta un’altra grave conseguenza: la disaffezione verso la professione medica con il risultato di assenza di candidati nei concorsi per l’area dell’emergenza-urgenza.

Una maggior consapevolezza deve sensibilizzare tutti

"L’auspicio - conclude Lucia - è che una maggiore consapevolezza del problema possa sensibilizzare cittadini ed operatori insieme, per collaborare nell’interesse della collettività e salvaguardare il servizio sanitario nazionale"

In questa giornata gli ordini territoriali delle professioni sanitarie e socio-sanitarie, hanno stilato un documento congiunto per sollecitare una maggiore attenzione sul fenomeno della violenza ai danni degli operatori.

Fra le proposte avanzate emerge la messa in atto di strategie organizzative e strutturali volte a mitigare i rischi, l’applicazione di pene adeguate per le aggressioni, la formazione degli operatori all’auto-protezione e alla relazione, l’incentivazione a segnalare prontamente gli episodi subiti attraverso un migliore coordinamento con le forze dell’ordine, il sostegno agli operatori vittime di violenza.

Un gruppo di lavoro ha il compito di studiare il disagio degli operatori sanitari e sociali e proporre soluzioni sia sul versante del supporto psicologico personale sia in termini di riorganizzazione complessiva dell’attività con l'obiettivo è sostenere i professionisti delle cure proteggendoli dalla demotivazione e dai fattori che possono spingerli ad abbandonare il lavoro, elaborando delle linee guida rivolte a istituzioni e organizzazioni sanitarie e sensibilizzandole a prendersi adeguatamente cura degli operatori. Con lo scopo, alla fine, di tutelare il sistema sanitario nel suo insieme.

Un fenomeno cresciuto esponenzialmente

Il fenomeno purtroppo è cresciuto in modo esponenziale ovunque e contribuisce, appunto, a demotivare gli operatori che abbandonano le professione, impoverendo i ranghi già ridotti dei professionisti della cura.

Al Cardinal Massaia risultano 14 aggressioni da inizio 2023, ma gli episodi meno gravi sono quasi quotidiani, 13 rivolti verso personale sanitario donna. Tra le figure professionali la maggior parte sono infermieri e, secondo quanto reso noto nei giorni scorsi, le aggressioni sono aumentate dopo iI Covid. 

Betty Martinelli

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