Il Nazionale

Cronaca | 11 marzo 2024, 19:09

Donna morta dopo l’operazione al femore, la difesa dei tre medici: "Intervento improntato alla migliore scienza medica"

Entro novanta giorni i risultati dell’autopsia effettuata sulla salma della donna. L’avvocato Ponzio: "Pareri pro veritate di autorevoli consulenti confermano che i miei assistiti hanno operato correttamente"

Donna morta dopo l’operazione al femore, la difesa dei tre medici:  "Intervento improntato  alla migliore scienza medica"

"I miei assistiti hanno operato correttamente. Il loro intervento è stato improntato alla migliore scienza medica, come peraltro confermato dai pareri pro veritate di autorevoli consulenti di parte". 

Così l’avvocato albese Roberto Ponzio, difensore dei tre medici dell’ospedale di Verduno i cui nomi figurano nel fascicolo di indagine per omicidio colposo aperto dalla Procura della Repubblica di Asti sui fatti che hanno portato alla morte della 64enne di Diano d’Alba Annamaria Bosco, spentasi all’ospedale di Verduno nelle ore successive all’intervento chirurgico cui la donna era stata sottoposta per la riduzione di una frattura al femore, lesione che la stessa si sarebbe procurata in seguito a una caduta. 

Tra gli indagati figura anche il figlio 37enne della donna, destinatario di un’informazione di garanzia, sempre a firma del sostituto procuratore astigiano Sara Paterno, nel suo caso con l’ipotesi di omicidio preterintenzionale. Nei suoi confronti gli investigatori intendono in particolare escludere quanto ipotizzato a partire da una frase pronunciata dalla donna di fronte ai sanitari dell’ospedale langarolo, ovvero che possa essere stato il familiare, forse al culmine di un litigio verificatosi nella giornata di domenica 3 marzo, ad avere spinto la madre causandone la caduta alla base della frattura che ne ha reso necessario il ricovero e l’operazione chirurgica. 

Agli elementi raccolti dai Carabinieri, che nei giorni scorsi hanno effettuato una perquisizione presso l’abitazione della famiglia dianese, entro il termine fissato in 90 giorni si affiancheranno i risultati dell’accertamento autoptico effettuato nella mattinata di venerdì 8 marzo presso le camere mortuarie dell’ospedale di Verduno. Dell’autopsia è stata incaricata la dottoressa Caterina Petetta, medico legale in servizio dell’Asl di Asti, affiancata dal dottor Lorenzo Varetto quale consulente tecnico nominato dalla difesa di due dei tre medici e dal collega Franco Romanazzi per il terzo medico indagato. 

Come già segnalato da queste pagine all’accertamento tecnico non ripetibile non ha potuto prendere parte la difesa del 37enne per il ritardo nella notifica al suo difensore, l’avvocato astigiano Luigi Florio

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