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Sport | 07 marzo 2024, 23:39

FOTO. I Mastini sono sempre gli ultimi a morire: sabato vanno a gara 4 e poi torneranno qui...

Trascinati da una vecchia guardia commovente e dal pubblico che inizia a cantare la Rosamunda quando la fine sembrava scritta, sul 2-1 per il Feltre a 12 minuti dalla fine, i gialloneri rimontano con Tilaro e un doppio Piroso e tra due giorni tentano il colpo del 2-2 in trasferta per tornare a giocarsi la bella nella bolgia di via Albani. La partita in foto di Alessandro Umberto Galbiati

FOTO. I Mastini sono sempre gli ultimi a morire: sabato vanno a gara 4 e poi torneranno qui...

Siamo e saremo sempre gli ultimi a morire. 

Tutti noi e tutti voi che siete Mastini e vivete ogni attimo della vita come se fosse l'ultimo sappiamo che sabato andremo a gara 4 e poi torneremo qui per gara 5. Lo sappiamo e lo sapete perché quando ci siamo trovati sotto 1-2 a 12 minuti dalla fine per il gol che pareva ferale di Dall'Agnol, già in vacanza, abbiamo iniziato a cantare la Rosamunda e non ci siamo più fermati, abbiamo iniziato a giocare e a segnare, ci siamo stretti così tanto e così forte da diventare un'unica cosa, un solo coro, un urlo che, ai tempi in cui il Bolzano Lancia perdeva qui senza nemmeno sapere perché, un giornalista dell"Alto Adige" scrisse una verità inconfutabile ed eterna: «Siamo stati sconfitti dalla bolgia del Palalbani». 

In quella bolgia la vecchia guardia che non muore mai ha dettato legge, Marcello Borghi pattinando, premendo, assistendo, mettendoci i sogni di un ragazzino alla prima partita di mini hockey e l'esperienza di un mostro sacro nato con i pattini e il disco nella curva, Andrea Vanetti trasformando il dolore e le ferita in esaltazione e lucidità assassina, Edoardo Raimondi giocando una partita favolosa in difesa, una partita da capopolo, sapiente quando serviva saggezza, folle quando occorreva follia, un baluardo insuperabile, Alessio Piroso arrivando là dove nessuno se non lui poteva arrivare: a insaccare i dischi del 3-2 e del 4-2 a porta vuota, dopo che il killer Tilaro aveva dato il là, volando sulle note della Rosamunda collettiva, infilando il colpo del 2-2 che trasformava la fine in un nuovo inizio. 

L'abbiamo vinta perché era tutto scritto in quello striscione issato dalla curva prima del via - "Varese alza la testa, affronta la tempesta", striscione da applausi come quello dedicato ai vincitori del Rally dei Laghi Crugnola e Sassi - e perché, in fondo, siamo fatti così: attaccati all'osso anche nella confusione, nello smarrimento e nella capacità di essere sempre gli ultimi a morire, sempre e comunque. 

Sabato a Feltre servirà molto di più, più gol, più power play realizzati, più parate di Perla, più gol di Pietroniro e Majul, più tutto ma arriviamo dopo aver sconfitto la paura di non farcela e andare a casa. Adesso, invece, vogliamo tornarci e ci torneremo. Cantando la Rosamunda dall'inizio alla fine, cento o duecento o quanti saremo tra due giorni.

Prima di parlarvi del secondo tempo partiamo dal dato finale dopo 40': in 5 contro 3 per 3 minuti e mezzo il Varese costruisce solo un'occasione, un palo colpito da Massimo Cordiano, e poco più. Per il resto domina l'equilibrio con la paura del Varese un pelo più forte di una serata non esaltante neppure per gli ospiti che, però, se i Mastini in superiorità non segnano mai, e neppure vanno al tiro, loro lo fanno con Blaha che in diagonale insacca il disco dell'1-1 su una penalità contestatissima contro Majul per un colpo di bastone come ce ne sono 100 in una partita, ma non per Soraperra e Lega. Oltre al palo di Cordiano, c'è anche una clamorosa occasione per Broch, che scappa davanti a Perla su un disco perso da Naslund ma non colpisce. L'1-1, onestamente, può starci. 

Nel primo tempo il Varese è vivo e ci crede ma a oscurare tutto e tutti è l'autore dell'unico gol di frazione, Hector Majul. Atteso come la pioggia dopo mesi di siccità, il messicano si sblocca dopo 10' toccando sotto porta con la punta del bastone e insaccando l'assist di Vignoli: 1-0 di pura rabbia. Come quella del pubblico, scatenato contro gli arbitri per alcune penalità a dir poco veniali fischiate al Varese. Da segnalare anche un 5 contro 3 giallonero di 1 minuto e mezzo senza nemmeno un tiro pericoloso verso la gabbia di Manfroi, anzi per poco Pietroniro non fa la frittata regalando un disco e il contropiede agli ospiti per fortuna infruttuoso.

Ma intanto potevano ucciderci stasera e non l'hanno fatto. Adesso tocca ai Mastini.

Varese-Feltre 4-2 (1-0, 0-1, .....)
Reti: 9'46" Majul (Erik Mazzacane, Vignoli) 1-0; 36'32" Blaha (Nimenko) in sup. 1-1; 44’24” Matteo Dall’Agnol (Blaha, Stupak) 1-2, 47’46” Tilaro (Vignoli, Erik Mazzacane) 2-2; 52’28” Piroso (Raimondi, Marcello Borghi) 3-2; 59'55" Piroso a porta vuota 4-2
Varese: Perla (Marinelli); Raimondi, Naslund, Piroso, Vanetti, Marcello Borghi; Vignoli, Erik Mazzacane, Pietroniro, Majul, Tilaro; Massimo Cordiano, Crivellari, Tommaso Cordiano, Michael Mazzacane Perino. Coach: Niklas Czarnecki.
Feltre: Manfroi (Dalla Santa); De Giacinto, Lysenko, Fantinel, Nimenko, Da Forno; Damin, Blaha, Matteo Dall’Agnol, Lorenzo Dall’Agnol, Eruzione; Geronazzo, Voulfson, Stupak, Broch, Sniezhnievskyi, Canova, Birtig, De Paoli. Coach: Martin Ekrt
Arbitri: Simone Soraperra, Simone Lega (Davide Magliano, Aleksandr Petrov)
Note - Penalità Va 10', Fe 18'. Tiri Va 44, Fe 20. Spettatori: 746

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Playoff - Quarti di finale (al meglio delle 5 gare)

Gara 3
Varese-Feltre 4-2 (serie 1-2), Pergine-Como 5-6 all'overtime (serie 1-2), Caldaro-Fiemme 4-1 (serie 3-0), Alleghe-Appiano 0-3 (serie 1-2)

Gara 4 sabato 9 marzo
Feltre-Varese (19.30), Appiano-Alleghe (18), Como-Pergine (20.30)

Eventuale gara 5 martedì 12 marzo

Andrea Confalonieri

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