È fissata al 26 novembre prossimo l’udienza al tribunale di Cuneo in cui gli avvocati Michele Galasso e Salvatore Crimi, difensori del patron di Acqua Sant’Anna Alberto Bertone e del direttore commerciale Luca Chieri, condurranno l’esame dei loro testimoni per far luce sulle contestazioni mosse da Acqua Eva, che sostiene di aver subìto un danno di oltre 13milioni di euro dopo la pubblicazione di un articolo, considerato diffamatorio, intitolato “Inchiesta: Acqua Eva è un brand di proprietà Lidl?”
Per la Procura, dietro alla pubblicazione dello scritto, ci sarebbero i vertici della società di Vinadio che, oltre che di diffamazione aggravata, devono rispondere anche di turbata libertà in industria e commercio.
Nel corso dell’ultima udienza celebratasi a dicembre scorso (LEGGI QUI) il giudice Sandro Cavallo aveva già calendarizzato per oggi (giovedì 7 marzo) l’udienza dedicata all’escussione dei testimoni della difesa, e per domani (venerdì 8 marzo) la discussione delle parti e la definizione del procedimento.
Tutto rimandato, proprio per la mancanza del giudice, al momento applicato al tribunale della Sorveglianza di Cuneo. Farà rientro alla Sezione penale solo nel settembre prossimo e la sentenza, quindi, è stata fissata per martedì 10 dicembre.
La vicenda processuale nata dalla querela presentata dalla società Aqua Eva, costituitasi parte civile con l'avvocato Nicola Menardo, è legata ad un articolo firmato ‘redazione’ e pubblicato il 18 aprile 2018 sul sito web www.mercatoalimentare.net, (pagina non più attiva, con dominio intestato a soggetto defunto e pagato con carta di credito lussemburgese) intitolato 'Inchiesta: Acqua Eva è un brand di proprietà Lidl?', sottotitolato "È la domanda che si stanno ponendo i buyer della Gdo da alcune settimane, ed in questo articolo cercheremo di fare chiarezza". Nell’articolo si sarebbe affermato che Fonti Alta Valle Po, titolare del marchio, sarebbe stata controllata dalla catena di supermercati tedeschi “Lidl”, comportando così un grande danno di immagine ed economico alla società di Paesana: contratti interrotti, altri non andati a buon fine e bottiglie non più presenti sugli scaffali dei supermercati.
Nelle tre udienze celebratesi nei mesi scorsi, oltre alle dichiarazioni di Gualtiero Rivoira (LEGGI QUI), amministratore delegato e presidente della società Fonti Alta Valle Po, è stata anche ascoltata la voce di Luca Chieri, direttore commerciale dello stabilimento di Vinadio (LEGGI QUI) e Alberto Bertone, patron della Sant’Anna, il quale ha riferito che quell’articolo era stato scritto non per creare un danno economico alla società concorrente, ma semplicemente per creare imbarazzo (LEGGI QUI) a fronte di alcuni ‘torti’ subìti in passato.
Oggi è quindi saltata l’escussione dei testimoni della difesa e si dovrà aspettare il mese di dicembre per sapere cosa deciderà il giudice rispetto ad un procedimento che vede contrapposte le due aziende di imbottigliamento dell'acqua, non sugli scaffali di un supermercato ma, invece, nelle aule del tribunale di Cuneo.
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