“Ci sfrattano senza un luogo dove andare e ci impongono anche di svolgere i lavori per la sistemazione di un danno sicuramente provocato dagli interventi di palificazione e dalle vibrazioni provocate per la sistemazione della strada Statale Aurelia. Dopo tutto quello che abbiamo dovuto subire in questi tre anni ci sembra veramente di aver raggiunto il colmo”.
Sono le parole di Enzo Scandinaro, figlio di Carmelo e Grazia, i due ultra settantenni che, dal 16 febbraio scorso sono dovuti uscire dalla loro abitazione, che insiste sulla frana oggetto di lavori da parte di Anas. I fatti risalgono a tre anni fa (il 29 gennaio 2021) quando, proprio a causa degli smottamenti dovuti alla frana della collina, la famiglia Scandinaro ha dovuto chiudere il bar tabacchi con una perdita di incassi milionaria e il ritiro della concessione per le sigarette.
Dopo il primo sgombero, anche per la casa sovrastante dove sono residenti i due coniugi Scandinaro e due loro nipoti, Carmelo e Grazia sono potuti rientrare nel marzo del 2021 ma, da circa 15 giorni, sono nuovamente dovuti andare via. Nel primo caso, nel 2021, vennero ospitati dal Comune prima in un albergo della città e, quindi, in un convento. Ora sono a casa di uno dei due figli.
Dopo le prime verifiche dei Vigili del Fuoco, il 16 febbraio scorso quando crollò parte del muro di quella che era la cucina del bar fino a tre anni fa e di un altro muro all’esterno, i pompieri hanno inviato la relazione al comune. Nel documento viene evidenziato come all’interno una porzione del muro a ridosso del terreno è crollata e il locale presenta gravi fessurazioni e lesioni ai muri portanti. Alcune lesioni alla pavimentazione sono presenti anche al piano superiore, ovvero nella residenza dei coniugi Scandinaro.
Proprio per le condizioni del fabbricato e anche per alcune nuove fessurazioni sulla sovrastante via Duca d’Aosta, il Comune ha disposto il divieto di accesso e utilizzo degli immobili interessati. In più, sempre palazzo Bellevue ha ordinato ai proprietari di eliminare il pericolo in cui versa l’immobile e le aree pubbliche, ovvero di eseguire i lavori di ripristino per riportare le condizioni di sicurezza, sotto la direzione dei lavori da parte di un professionista tecnico abilitato.
Ovviamente la famiglia Scandinaro non ci sta: “Mi sembra proprio una presa in giro – dice Enzo, figlio dei due coniugi ‘sfollati’ – perché abbiamo dovuto rinunciare all’attività che garantiva sostentamento a me, mia sorella a causa dei danni provocati dalla Statale Aurelia. Ora che sono crollati i muri all’interno del locale per le forti vibrazioni provocate dai lavori di palificazione, i miei genitori sono stati mandati via da casa e dobbiamo pagare i lavori noi? Mi sembra veramente assurdo”.
Enzo Scandinaro ha confermato di rivolgersi subito ad un legale per fare ricorso all’ordinanza del Comune mentre sta già procedendo la causa per danni, visto che il caso sta andando avanti da anni: “Parlerò subito con il mio avvocato – ha concluso – perché è ora che qualcuno si prenda le proprie responsabilità”.
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