Il Nazionale

Cronaca | 27 febbraio 2024, 15:40

Omicidio di Piazza delle Nazioni, un nuovo indagato per concorso nella cessione dell'arma del delitto

Francesco Morabito, ex collega di Sow, avrebbe messo in contatto l'omicida con Yuri Scalise che gli avrebbe ceduto la pistola per uccidere Danjela Neza

Omicidio di Piazza delle Nazioni, un nuovo indagato per concorso nella cessione dell'arma del delitto

Un nuovo iscritto nel registro degli indagati per concorso nella cessione dell'arma.

Questo sarebbe uno degli ultimi sviluppi legati alla Beretta 765 utilizzata da Safaiou Sow per uccidere lo scorso 5 maggio 2023 Danjela Neza.

L'arma secondo quanto confessato dallo stesso Sow gli era stata ceduta da Yuri Scalise, l'uomo che nell'ottobre del 2003 aveva ucciso l'amico e vicino di casa Renato Rinino, il noto Arsenio Lupin savonese. E a mettere in contatto Sow con Scalise, secondo quanto appurato dagli investigatori, sarebbe stato il collega di lavoro dell'omicida (lavoravano insieme in cucina nel locale della Darsena) Francesco Morabito.

La Corte d'Appello nella lettura della sentenza nella quale aveva deciso di condannare all'ergastolo Sow, aveva trasmesso gli atti alla Procura e al Pm Traversa in merito alla posizione di Morabito e proprio la settimana scorsa al sesto piano del Palazzo di Giustizia è stato ascoltato nuovamente Sow che ha ribadito quando già aveva detto sia in sede di interrogatorio che in aula. Tra i due infatti sarebbero intercorsi alcuni messaggi su Whatsapp nei quali lo stesso Sow chiedeva se

Lo scorso 22 luglio Scalise era stato arrestato dalla squadra mobile della Polizia di Savona, per i reati di ricettazione e cessione di arma clandestina. Gli investigatori, non convinti dalla versione del 27enne della Guinea secondo cui l'arma era stata trovata, prima in via Cimarosa e poi in un cespuglio nella zona del Santuario col giovane che aveva affermato di averla tenuta per legittima difesa dopo essere stato coinvolto in un litigio per un parcheggio in Piazza del Popolo, avevano chiuso il cerchio della loro attività concentrandosi sugli ultimi contatti dell’omicida.

Nello sviluppo dell’indagine avevano raccolto una serie di gravi indizi a carico di Scalise che, dietro compenso, 2mila 500 euro, gli avrebbe ceduto l’arma con la matricola abrasa, completa di munizioni.

I riscontri raccolti avevano quindi consentito all’autorità giudiziaria, alla cui disposizione era stato messo Scalise dopo essere stato condotto nel carcere di Imperia, di emettere il provvedimento restrittivo e ai poliziotti di rintracciare immediatamente l’uomo.

Durante l'interrogatorio davanti al Gip e al Pm Traversa, Scalise, difeso dall'avvocato Salvatore Di Bella, aveva risposto alle domande del Gip e aveva negato ogni coinvolgimento in relazione alla vicenda della vendita dell'arma, affermando la propria assoluta estraneità rispetto ai fatti contestati.

Sow lo scorso novembre aveva risposto alle domande del Gip Laura De Dominicis e del Pm Luca Traversa specificando, come già era avvenuto in sede di interrogatorio, come aveva avuto la pistola.

In incidente probatorio Safaiou Sow aveva confermato che l'arma gli era stata venduta e gli era stata consegnata in un parcheggio dietro al ristorante dove l'omicida lavorava e nel quale i due si sarebbero conosciuti (Scalise sarebbe andato alcune volte a mangiare nel locale).

Entrambi erano presenti nell'aula magna del Tribunale di Savona e all'omicida sarebbero state diverse le domande che gli erano state poste in merito proprio agli accordi presi tra i due, al pagamento e alla consegna dell'arma.

L'omicida aveva cercato altre persone per acquistarla ma poi alla fine aveva deciso di rivolgersi a Scalise e tra i due ci sarebbero stati dei contatti anche su Instagram con la cessione che sarebbe avvenuta il 15 marzo 2023.

A marzo si svolgerà il rito abbreviato nei confronti di Scalise davanti al Gip Emilio Fois.

Redazione

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