Il Nazionale

Cronaca | 18 febbraio 2024, 09:20

Il deserto commerciale di piazza CLN, tra vetrine vuote e negozi chiusi da anni [FOTO]

Dal lato di via Lagrange, sotto i portici è un'infilata di attività con le saracinesche abbassate

Il deserto commerciale di piazza CLN, tra vetrine vuote e negozi chiusi da anni [FOTO]

Dieci vetrine spente tra piazza CLN e piazza San Carlo. Siamo nel cuore di Torino, eppure la crisi economica non ha risparmiato neanche questo angolo di centro. E ora sono diverse le saracinesche abbassate definitivamente, in cerca di un nuovo investitore disposto a pagare l’affitto di un locale così grande. 

Il vuoto di piazza CLN 

La situazione più drammatica è quella di piazza CLN, sotto i portici dal lato di via Lagrange. Qui dal civico 221 al 247 è un'infilata di negozi vuoti, con maxi-fogli di carta bianca a coprire le vetrine desolatamente vuote. Spazi un tempo occupati da manichini con abiti eleganti e casual, giacche e pantaloni, dove ora c'è il nulla. Tramite un qr code é possibile conoscere le possibilità di investimento per la locazione.

Accanto ai negozi di abbigliamento, ha chiuso anche un bar. Sulle pareti accanto all'ingresso si leggeva che gli altri punti vendita della catena di trovavano a Milano, Punta Ala, Grosseto, Dubai e Teheran. 

Chiuso il caffè storico 

Ma non sono le uniche "cessate attività" del centro di Torino. Dal 2016, sotto i portici di piazza San Carlo, ha chiuso i battenti lo storico caffè Caval d’ Brons. A testimoniare il tempo che fu un tappetino sul selciato, davanti al civico 151, che rappresenta in maniera stilizzata il celebre monumento.

I dati 

A pochi passi da qui sono desolatamente vuote anche le vetrine dell'isolato all'incrocio tra via Cavour e via Piero Gobetti. Il cartello affisso alle vetrate informa che dal 30 giugno 2021 sono in corso lavori di ristrutturazione dei locali ad uso commerciale. 

Secondo i numeri diffusi da Ascom Torino e provincia negli scorsi giorni, nel capoluogo piemontese negli ultimi dieci anni si sono perse 2.467 attività commerciali, ovvero il 12% del totale. A soffrire di più è il settore del commercio al dettaglio, in cui rientrano esercizi specializzati e non specializzati, prodotti alimentari, bevande, tabacchi, apparecchiature informatiche, prodotti per uso domestico, articoli culturali e ricreativi, farmacie, commercio al dettaglio ambulante.

Cinzia Gatti

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