Il Nazionale

Cronaca | 15 febbraio 2024, 07:01

"Stai zitta o ti cucio la bocca con ago e filo": giovane albese a giudizio per atti persecutori

Chiamate, pedinamenti e anche un inseguimento in moto tra i fatti che la Procura astigiana contesta al 24enne, che tramite i suoi legali ha ora chiesto di poter accedere al giudizio abbreviato

"Stai zitta o ti cucio la bocca con ago e filo": giovane albese a giudizio per atti persecutori

"Se non stai zitta ti cucio la bocca con ago e filo. E se mi lasci vedi cosa ti succede". Parole non esattamente concilianti quelle che il 18 marzo dello scorso anno sarebbero state proferite da un 24enne nato ad Alba e residente a Bra, dirette alla donna cui era legato sentimentalmente. 

Le stesse sono ora riportate nel capo d’imputazione del procedimento che presso il Tribunale di Asti vedono il giovane operaio rinviato a giudizio per atti persecutori.

I due si erano conosciuti sul posto di lavoro e frequentati per qualche tempo, fino a quando lei, classe 1990, residente in un centro del Braidese, si era determinata a mettere fine a una relazione che, secondo quanto ricostruito dalla Procura astigiana, si sarebbe presto rivelata particolarmente ingombrante. 

A quella frase violenta e minacciosa lui avrebbe fatto seguire atteggiamenti conseguenti. Non accettava la fine della relazione, come si usa dire frettolosamente in questi casi, al punto da tempestare la malcapitata di innumerevoli messaggi inviati tramite due noti social network e altrettante telefonate, arrivate sullo smartphone dell’ex fidanzata dietro lo schermo di un numero anonimo.  

Di più, quel giovane, nei confronti del quale il tribunale avrebbe anche disposto un divieto di avvicinamento alla donna, sarebbe arrivato ad appostarsi sotto la casa di lei anche in orario serale o notturno e a pedinarla, sempre col fine di convincerla a riprendere la relazione. 

In un caso, addirittura, sarebbe persino arrivato a inseguirla con la propria motocicletta, sorpassandola e parandosi davanti all’automobile di lei, così da impedirle di proseguire la marcia, salvo allontanarsi quando la ragazza avrebbe chiesto aiuto al 112 e poi riprendere il pedinamento poco più tardi, una volta che la giovane aveva ripreso il proprio viaggio. 

Atteggiamenti tali da convincere la ragazza, rappresentata dall’avvocato albese Silvia Calzolaro e col suo patrocinio costituita parte civile nel processo aperto ad Asti, a denunciare l’ex compagno e il giudice per l’udienza preliminare presso il tribunale di Asti Beatrice Bonisoli ad accogliere la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pubblico ministero Donatella Masia proprio in ragione del perdurante stato di ansia e di paura indotto nella ragazza coi suoi atteggiamenti, al punto da convincerla a temere per la sua stessa incolumità, e per l’aver violato il divieto di avvicinamento. 

Tenuta ieri, 13 febbraio, l’udienza preliminare ha visto la difesa del giovane, tutelato dall’avvocato Alessandra Sandri (in aula era presente il collega Davide Callegari) a richiedere il giudizio abbreviato. Il procedimento è stato rinviato all’udienza fissata per il 14 maggio

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