Il Nazionale

Cronaca | 16 gennaio 2024, 07:46

Valcuvia: schiaffi, graffi e minacce. Condannato il compagno violento

L’uomo, 49enne, era accusato di maltrattamenti ai danni della donna che nel 2018 aveva frequentato per un breve periodo. Per la difesa l’imputato era la vera vittima: «Persona offesa inattendibile»

Valcuvia: schiaffi, graffi e minacce. Condannato il compagno violento

(da LuinoNotizie.it) Poco più di cinque mesi di relazione sentimentale: tempo che è bastato ad un 49enne per mettersi nei guai con la giustizia e finire a processo con l’accusa di maltrattamenti nei confronti della donna che aveva conosciuto nell’estate del 2018, e con la quale aveva trascorso i successivi cinque mesi di convivenza in Valcuvia.

Una convivenza difficile e dai risvolti violenti, per i quali l’uomo nella giornata di ieri, lunedì 15 gennaio, è stato condannato dal Tribunale di Varese a due anni e otto mesi di reclusione.

Ti faccio saltare la casa”, avrebbe detto un giorno il 49enne alla compagna, che in altre circostanze sarebbe stata minacciata di morte, colpita con una bottiglia, graffiata, presa a schiaffi. Tra gli episodi contestati c’è anche quello avvenuto a seguito di una lite, con la donna che arriva in stazione a Cittiglio, sale su un treno e poco dopo si trova accanto l’uomo, che nel frattempo l’aveva seguita, e che inizia spintonarla facendole capire che non si sarebbe liberata facilmente di lui, e facendola finire contro i sedili del treno.

La tesi del compagno violento è stata respinta in aula dall’avvocato Andrea Pellicini, difensore del 49enne. Il legale ha puntato sulla “assoluta inattendibilità” della persona offesa, che per prima sarebbe stata violenta nei confronti dell’imputato. Una sorta di scambio di ruoli ritenuto credibile dalla difesa in base a quanto dichiarato a dibattimento da un testimone: l’uomo finito processo sarebbe stato più volte malmenato dalla persona offesa – anche con l’uso di un posacenere – durante la convivenza tra i due.

Dal punto di vista giuridico, sempre secondo la difesa, la relazione tra i protagonisti della triste vicenda non sarebbe stata in linea con i requisiti previsti dal codice penale per il reato di maltrattamenti in famiglia: la donna aveva solo ospitato l’uomo per un breve periodo di tempo. Ma questa tesi non ha convinto il giudice.

da LuinoNotizie.it

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