Il Nazionale

Cronaca | 05 gennaio 2024, 07:20

A Parella il bar nascondeva una sala slot nel retro e il proprietario prendeva la pensione di cittadinenza: evasi oltre 3 milioni

La Guardia di Finanza ha scoperto che il titolare del locale non dichiarava alcun compenso, ma faceva anche sconrini irregolari e aveva dipendenti in nero

A Parella il bar nascondeva una sala slot nel retro e il proprietario prendeva la pensione di cittadinenza: evasi oltre 3 milioni

Un bar che nascondeva una sala slot abusiva, ma non solo: il titolare non dichiarava alcun compenso al Fisco, quindi percepiva dallo Stato la "pensione di cittadinanza" e oltre a emettere scontrini irregolari ai clienti aveva anche alcuni dipendenti in nero. 
Una situazione davvero ai limiti, quella scoperta dalla Guardia di Finanza presso un locale di quartiere Parella, con un'evasione fiscale di oltre 3 milioni di euro.

Dalla porta "privata" alla sala slot

Nell’esercizio erano presenti ambienti cui si accedeva da una porta sulla quale era apposta l’etichetta “Privato”, all’interno dei quali sono stati tra l’altro rinvenuti apparecchi elettronici: si trattava di slot machine non collegati alla rete gestita dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e sui quali i codici identificativi erano stati alterati. Questi apparecchi contenevano somme per complessivi 4 mila euro, forse il frutto delle giocate del giorno.

Mancava però completamente la documentazione relativa agli apparecchi da gioco: i Finanzieri del 2° Nucleo Operativo Metropolitano hanno ricostruito in modo presuntivo la base imponibile relativa al Prelievo Erariale Unico evaso, quantificandola in oltre 3 milioni di euro.

Scontrini irregolari e lavoro in nero

Anche l’attività commerciale operava “in nero”, in quanto i clienti del bar ricevevano scontrini emessi da un registratore di cassa privo della funzione di comunicazione telematica all’Erario degli incassi giornalieri. La barista - risultata anche lei “in nero”, in quanto non assunta regolarmente - aveva tuttavia conservato gli scontrini riepilogativi di chiusura del registratore e annotato in una contabilità “parallela”, molto diligentemente, tutti gli incassi. Un totale di 125mila euro, corrispondenti agli introiti dell’esercizio non dichiarati al Fisco.

Non avendo dichiarato alcun compenso, il gestore del bar aveva anche potuto accedere al beneficio della cosiddetta “pensione di cittadinanza” di 630 euro mensili.

Oltre alle previste sanzioni amministrative irrogate dai militari per la detenzione di apparecchi da gioco illegali, il mancato assoggettamento alle imposte dei corrispettivi e l’impiego di personale senza assolvimento degli obblighi contributivi, il titolare dell’esercizio è stato segnalato alla locale Autorità Giudiziaria per indebita percezione - in ipotesi d’accusa e fatta salva la presunzione di innocenza sino a compiuto accertamento della responsabilità - della “pensione di cittadinanza”, in relazione alla quale è stato già interessato l’INPS per il recupero di quanto indebitamente percepito.

L’attività svolta testimonia la trasversalità dei controlli economico - finanziari posti in essere dalle Fiamme Gialle anche in zona periferiche del capoluogo piemontese, finalizzati altresì a tutelare i soggetti economici che operano nel rispetto delle regole.

redazione

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