"Giulio fa cose": è questo il titolo del libro scritto da Claudio Regeni e Paola Deffendi (i genitori di Giulio Regeni), insieme all'avvocata Alessandra Ballerini, per ripercorrere la vicenda del figlio ricercatore ucciso nel 2016 in Egitto. Un titolo diventato anche un vero e proprio slogan per sottolineare l'impronta lasciata dalla vicenda nell'immaginario comune.
Una panchina gialla per Giulio Regeni in Barriera di Milano
I tre sono stati ospiti questa sera del Circolo Risorgimento di via Poggio a Torino, nel quartiere Barriera di Milano, per l'inaugurazione della 111esima panchina gialla nel mondo (la seguente verrà prossimamente in Uruguay, la prima oltreoceano, ndr) dedicata proprio alla memoria di Regeni: "La vicinanza - hanno sottolineato i genitori - che abbiamo percepito ci fa capire che la battaglia per la verità e la giustizia va al di là della nostra famiglia ma riguarda una lotta civile e diritti universali; continuiamo il percorso verso la giustizia con il sostegno di tutti; grazie a questo abbiamo compreso che, oltre le sue ricerche e la sua vita, Giulio continua a fare cose".
La panchina è stata dipinta da bambini e bambine che hanno partecipato a un laboratorio realizzato nello stesso Circolo.
Giulio fa cose
Le ripercussioni sono evidenti anche nel concreto: "Lo scorso 4 dicembre - ha dichiarato l'avvocata Ballerini - la corte ha deciso di riavviare il processo, in base a una sentenza della Corte Costituzionale in grado di modificare il Codice di Procedura Penale, anche in assenza dei 4 imputati rigettando tutte le istanze dei loro difensori: questa è una grande vittoria perché l'Egitto li sta nascondendo e proteggendo; Giulio fa cose perché è riuscito a cambiare la legge, Claudio e Paola hanno aperto la strada anche per altre famiglie".
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