Tremila euro di ammenda. E’ la condanna con la quale lunedì 20 novembre si è chiuso il processo penale di primo grado aperto davanti al Tribunale di Asti in composizione monocratica – giudice la dottoressa Chinaglia – nei confronti di un imprenditore agricolo di Canale.
L’uomo, un 63enne, era chiamato a rispondere delle conseguenze di quanto accaduto all’interno della sua azienda agricola il 4 maggio 2019, quando un suo giovane dipendente, il 23enne Giacomo Rosso, venne colpito al capo dalla pala di un escavatore mentre movimentava una rotoballa, finendo così vittima di un infortunio che pochi giorni dopo ne cagionò la morte in ospedale.
Un tragico fatto in merito al quale nel luglio scorso ha preso inizio un primo procedimento per omicidio colposo, parallelamente al quale, in seguito a una segnalazione partita del Servizio Prevenzione Infortuni (Spresal) dell’Asl Cn2, si è però anche istruito il procedimento che vedeva lo stesso legale rappresentante dell’azienda agricola, difeso dall’avvocato Roberto Ponzio, chiamato a difendersi dall’accusa di aver omesso di fornire, nella sua qualità di datore di lavoro, una formazione sufficiente e adeguata in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro, secondo quanto prescritto dai contenuti dell’accordo Stato-Regioni del 21 dicembre 2011.
Un capo di imputazione in merito al quale lunedì era arrivata da parte del pubblico ministero la richiesta di una condanna a 6 mesi di arresto. Richiesta solo parzialmente accolta dal giudice.
Dopo l’udienza del 10 luglio scorso, il processo che vede l'uomo a giudizio per omicidio colposo riprenderà invece con le udienze fissate per il 5 febbraio, 11 marzo e 8 aprile 2024.
Commenti