Il Nazionale

Cronaca | 23 novembre 2023, 10:04

Alberto Scagni pestato e torturato nel carcere di Sanremo: è condannato a 24 anni per l'uccisione della sorella

L'uomo era inizialmente rinchiuso nel carcere genovese di Marassi, poi il trasferimento in Valle Armea. Ora è ricoverato all'ospedale 'Santa Corona' di Pietra Ligure

Alberto Scagni pestato e torturato nel carcere di Sanremo: è condannato a 24 anni per l'uccisione della sorella

Alberto Scagni, il 43enne genovese condannato a 24 anni e 6 mesi per l'uccisione della sorella Alice a Genova, è stato pestato e torturato la notte scorsa all'interno del carcere di Sanremo. L'uomo, inizialmente detenuto a Marassi, è stato poi trasferito in Valle Armea dove era rinchiuso nel reparto C dedicato ai detenuti 'protetti'. Lo scorso 17 ottobre Scagni era già stato aggredito nel carcere di Marassi.
Scagni è stato soccorso dal personale del 118 e trasferito nella notte all'ospedale 'Santa Corona' di Pietra Ligure.

Notte di terrore, sangue e violenza quella vissuta nella notte di ieri al carcere di Valle Armea a Sanremo”. Lo ha detto Vincenzo Tristaino, segretario regionale del Sappe, che ha anche denunciato la protesta degli agenti della Penitenziaria per la situazione interna al carcere dove, con oltre 290 detenuti presenti, è diventata invivibile.

Ieri sera, due detenuti marocchini hanno tenuto in ostaggio un altro detenuto, italiano e condannato per avere ucciso la sorella a Genova, torturandolo per ore, fin quasi ad ucciderlo - dicono dal sindacato - l’uomo era un compagno di cella al padiglione Z, dove sono contenuti i detenuti protetti. Sempre nella stessa cella, un altro detenuto italiano è stato tenuto sotto minaccia e chiuso in bagnoGli artefici del sequestro di persona e delle lesioni gravi dice Tristaino - i due nordafricani (ubriachi per aver assunto alcool fatto in modo artigianale macerando la frutta), hanno anche distrutto la cella”.

Il detenuto torturato, picchiato a sangue con una violenza inaudita, è ricoverato in ospedale con ferite, anche da taglio e contusioni in tutto il corpo - aggiungono - solo grazie all’intervento di un gruppo di agenti, coordinati dal vice comandante presente sul posto, che hanno fatto irruzione con caschi protettivi e scudi per fare strada ad altri poliziotti, hanno consentito di salvare l'ostaggio e portarlo in ospedale.
È intervenuto anche, dal carcere di Imperia, il comandante, il direttore del penitenziario ed il magistrato di turno, che erano presento nelle operazioni nella sezione detentiva e sono stati anche oggetto del lancio di una gamba di legno ricavata da un tavolo. Nella concitazione dei fatti risulterebbe un solo poliziotto ferito, con due costole rotte (21 giorni di prognosi), conseguenza dell'irruzione nella cella per liberale l'ostaggio che versava in condizioni gravissime
”.

Tristaino ha pronunciato parole di plauso “per gli agenti intervenuti e per il vice comandante che ha coordinato il tutto con grande coraggio e professionalità, considerata anche la particolare situazione che si era determinata. La denuncia del Sappe è ferma nel condannare tali atteggiamenti da parte dei reclusi ma allo stesso tempo condanniamo l'inerzia della Direzione della Casa Circondariale di Sanremo, che sta facendo orecchie da mercante su tutto quando sta accadendo al suo interno: tale inerzia ci incomincia a far credere che sarebbe il caso che lo stesso Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria pensasse di avvicendare i vertici della Casa Circondariale, poiché stanno facendo vivere al proprio personale di Polizia Penitenziaria giorni e giorni di malessere psicofisico e mentale”.

Aggiunge Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Segnaleremo nelle prossime ore al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di Roma le significative disfunzioni e inconvenienti che riflettono sulla sicurezza e sulla operatività della Casa Circondariale di Valle Armea. Sanremo e del personale di Polizia Penitenziaria che vi lavora con professionalità, abnegazione e umanità. L’episodio denunciato dai nostri segretari conferma, a parere del SAPPE, come la gestione e l’organizzazione della Casa Circondariale di Sanremo sono decisamente deficitarie per cui occorre che le Autorità ministeriali intervengano con la massima sollecitudine, con una ispezione interna e con l’avvicendamento del Direttore e del Comandante del Reparto di Polizia Penitenziaria, che non sono in grado di fare fronte alle costanti e quotidiane criticità”.

Solo grazie all’ingresso della Polizia Penitenziaria in cella si è evitato un brutale omicidio – evidenzia Fabio Pagani della UilPa Penitenziari - ancora una volta abbinamenti pericolosi di detenuti ma Sanremo non si può gestire con 290 detenuti presenti. Tutto ciò acclara la perdurante emergenza penitenziaria, sotto gli occhi di tutti  tranne che del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e del Governo Meloni, fatta di sovraffollamento detentivo, insufficienza degli organici del personale, inadeguatezza di tecnologie ed equipaggiamenti e disorganizzazione imperante”. 

Carlo Alessi - Pietro Zampedroni

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