Il Nazionale

Cronaca | 21 novembre 2023, 18:45

Omicidio di Piazza delle Nazioni, l'assassino conferma: la pistola gliel'ha venduta Scalise

Questa mattina si è svolto l'incidente probatorio al quale erano presenti entrambi. L'arma consegnata in un parcheggio dietro al ristorante dove Sow lavorava

Omicidio di Piazza delle Nazioni, l'assassino conferma: la pistola gliel'ha venduta Scalise

Ha risposto alle domande del Gip Laura De Dominicis e del Pm Luca Traversa specificando, come già era avvenuto in sede di interrogatorio, come aveva avuto la pistola che ha poi utilizzato per uccidere con due colpi di pistola nei giardini di Piazza delle Nazioni la 28enne Danjela Neza.

In incidente probatorio Safayou Sow ha confermato che la Beretta 765 usata per compiere l'omicidio gli è stata venduta per la cifra di 2mila 500 euro da Yuri Scalise e gli è stata consegnata in un parcheggio dietro al ristorante dove il 27enne originario della Guinea lavorava e nel quale i due si sarebbero conosciuti (Scalise sarebbe andato alcune volte a mangiare nel locale)

Entrambi, Sow difeso dall'avvocato Alessandro Stipo e Scalise dal legale Salvatore Di Bella, erano presenti nell'aula magna del Tribunale di Savona e all'omicida sarebbero state diverse le domande che gli sono state poste in merito proprio agli accordi presi tra i due, al pagamento e alla consegna dell'arma. 

L'omicida aveva cercato altre persone per acquistarla ma poi alla fine aveva deciso di rivolgersi a Scalise e tra i due ci sarebbero stati dei contatti anche su un noto social.

Il prossimo 14 dicembre inizierà comunque il processo in Corte d'Assise. Il Pm Traversa gli aveva contestato l'omicidio pluriaggravato dalla relazione affettiva, i futili motivi e la premeditazione e la detenzione in luogo pubblico di arma clandestina e ricettazione.

Sow quella sera di inizio maggio a seguito di una violenta lite aveva infatti preso la pistola semiautomatica, con matricola abrasa, dal bagagliaio della sua auto e aveva sparato alla giovane due volte alla testa oltre a due colpi che sarebbero stati inferti per terra. Purtroppo per lei non c'era stato più nulla da fare all'arrivo delle forze dell'ordine, dell'automedica del 118 e della Croce Oro di Albissola Marina.

Sow, pentito del suo terribile gesto omicida aveva chiamato il centralino della polizia di Stato e aveva confessato tutto. I giovani lavoravano insieme in Darsena, lui come aiuto cuoco e lei come cameriera. Una relazione burrascosa durata circa un anno e conclusa a febbraio e che purtroppo aveva avuto un tragico epilogo.

Lo scorso 22 luglio era stato poi arrestato dalla squadra mobile della Polizia di Savona, per i reati di ricettazione e cessione di arma clandestina Yuri Scalise. L'uomo che nell'ottobre del 2003 aveva ucciso l'amico e vicino di casa Renato Rinino, il noto Arsenio Lupin savonese, secondo gli inquirenti avrebbe consegnato l'arma, una Beretta 765, a Sow, il quale l'avrebbe usata per uccidere.

Gli investigatori, non convinti dalla versione del 27enne guineano secondo cui l'arma era stata trovata, prima in via Cimarosa e poi in un cespuglio nella zona del Santuario col giovane che aveva affermato di averla tenuta per legittima difesa dopo essere stato coinvolto in un litigio per un parcheggio in Piazza del Popolo, avevano chiuso il cerchio della loro attività concentrandosi sugli ultimi contatti dell’omicida.

Nello sviluppo dell’indagine avevano raccolto una serie di gravi indizi a carico dell’uomo che, dietro compenso, gli avrebbe ceduto l’arma con la matricola abrasa, completa di munizioni.

 I riscontri raccolti avevano quindi consentito all’autorità giudiziaria, alla cui disposizione era stato messo Scalise dopo essere stato condotto nel carcere di Imperia, di emettere il provvedimento restrittivo e ai poliziotti di rintracciare immediatamente l’uomo.

Durante l'interrogatorio davanti al Gip e al Pm Luca Traversa, Scalise, difeso dall'avvocato Salvatore Di Bella, aveva risposto alle domande del Gip e aveva negato ogni coinvolgimento in relazione alla vicenda della vendita dell'arma, affermando la propria assoluta estraneità rispetto ai fatti contestati.

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