Il Nazionale

Cronaca | 06 novembre 2023, 11:00

Gioco d'azzardo e criminalità, una piaga anche nel savonese. Padovano: "Non si ha traccia del commissionamento di ricerche specifiche"

Il criminologo nella sua annuale "La Geografia del Crimine" si è soffermato anche sull'aumento delle denunce per gli scippi e i reati contro il patrimonio, focalizzandosi anche sul disagio minorile

Gioco d'azzardo e criminalità, una piaga anche nel savonese. Padovano: "Non si ha traccia del commissionamento di ricerche specifiche"

Con l’eloquente titolo "La Spezia, Liguria. La geografia del crimine, Stefano Padovano, criminologo docente all’Università di Genova e alla Cattolica di Milano, ma soprattutto impegnato nella supervisione degli operatori sociali e degli utenti beneficiari, oltre che nella formazione professionale, è autore con la ligure PM edizioni, di una nuova ricerca nel campo della delittuosità locale.

Infatti, è in coincidenza con la fine del 2023 che, come ogni anno, vede la luce il rapporto su sicurezza e criminalità in Liguria. Si tratta della diciottesima edizione e consente di tratteggiare un quadro generale sulla criminalità e la sicurezza percepita, attraverso l’elaborazione delle statistiche raccolte dalle Prefetture locali e convalidate dal Ministero dell’Interno.

A detta dell’autore, anche in questa circostanza è necessario assumere una posizione prudente sul piano dell’elaborazione metodologica poiché non tutti i reati affiorano con precisione dalle statistiche ufficiali come invece avviene per altri, meglio identificati nelle fattispecie indicate nelle tabelle ministeriali.

A quali miglioramenti si riferisce?

"Studiare la diffusione dei comportamenti illegali, individuarne le connessioni tra i fattori che li determinano (contesti territoriali, coorti di età, classi sociali, livelli di istruzione e altre variabili), interpretare le ragioni degli autori e le eventuali predisposizioni delle vittime, faciliterebbe l’analisi degli aspetti socio-criminologici su cui dovrebbero ergersi le più adeguate azioni di contrasto e trattamento. Il complesso fenomeno della violenza di genere, quello che dal senso comune viene descritto con una molteplicità di termini: violenza sessuale, familiare, molestie, fino allo stalking, ai maltrattamenti ad adulti e minori, passando per la diffusione illecita di dati e immagini personali conosciuta come revenge porn, è quello che insieme ai reati più ascrivibili alle forme di criminalità organizzata (l’usura, i danneggiamenti, gli incendi, le estorsioni fino alla produzione e lo spaccio di stupefacenti) difficilmente rispecchia i dati ufficiali perché la corrispondenza con un incidente numero di reati non denunciati è maggiore che per altre tipologie".

E la realtà savonese in quale stato versa?

"Sul piano statistico la città di Savona registra un aumento delle denunce degli scippi, che nel 2022 raddoppiano rispetto all’anno precedente, mentre i borseggi marcano il segno +30%, mentre rimangono stabili le denunce riferite ai furti in abitazione. Nel resto della provincia aumentano i furti in abitazione del +20% e della stessa proporzione i reati contro il patrimonio: di auto, di ciclo e motocicli. Occorre tenere alta l’attenzione sugli adolescenti: pure differenziando sintomi e inquietudini in base alla frequenza dei diversi ambiti scolastici, colpisce l’allentamento delle differenze tra chi frequenta un indirizzo liceale da uno tecnico o professionale. Le distanze si riducono, ma non nella direzione di un’uniformità a-problematica. Al contrario, verso la condivisione del disagio, come quando quasi 4 studenti su 10 affermano di fare uso di droga due o tre volte la settimana, quando ammettono in un caso su tre di essersi fatti carico delle fragilità di uno o entrambi i genitori, di commettere reati di strada in gruppo e da soli se portatori di disturbi legati all’apprendimento o a fenomeni oppositivo-provocatori. Sul piano operativo, in una provincia che conta poco meno di 260.000 residenti esistono delle realtà". sociali di pregevole spessore.

Alcune di queste quali sono?

"Secondo me è del paradosso che è più importante parlare. Infatti il punto è che quando si riscontrano esperienze operative importanti, chessò nella prevenzione del disagio minorile o nella mediazione dei conflitti si assiste a un capovolgimento dei ruoli, cioè è come se il Terzo Settore si sostituisse al servizio pubblico. Non è più il servizio pubblico che da committente progetta e chiede un intervento ad associazioni e cooperative, ma sono queste ultime che tendono a progettare, costruire, cercare fondi se non insieme addirittura prima di chi è titolato a farlo".

Quali altre criticità su tutta la provincia?

"Tutte quelle che riassumo nel capitolo finale quando delineo un canovaccio di indicazioni operative: le responsabilità individuali rispetto agli affari su cui lucrano le criminalità organizzate, la necessità di fare intersecare prevenzione, trattamento e reinserimento dai circuiti della penalità con quel che rimane dello stato sociale fino a farle diventare sfere interdipendenti, il ruolo vincente che potrebbe giocare il riassetto urbanistico, oggi tanto in voga attraverso la definizione di rigenerazione urbana, se coniugato alla prospettiva di ripensare gli spazi urbani in ordine alla domanda dei cittadini oltre che inseguendo progetti faraonici di cui beneficia una fetta residuale di cittadini o, peggio, di residenti di passaggio".

E un tema o un argomento che costituisce un problema di sicurezza reale o percepita che attanaglia la provincia savonese?

"Potrei risponderle nel modo più facile: le violenze e i maltrattamenti rivolti a i più indifesi, donne e bambini. Ma non voglio limitarmi a seguire l’onda mediatica riferita al femminicidio di qualche giorno fa a Savona. Penso invece al caso delle amministrazioni che rilasciano con disinvoltura i permessi per l’apertura delle sale bingo, ai concessionari distratti nel campo degli apparecchi da intrattenimento, ai gestori complici e agli esercenti fidelizzati, che nell’insieme costituiscono la lunga filiera di un settore commerciale di tutto rispetto, in cui lo Stato è il percettore di rilievo, con un introito annuo complessivo di quasi 12 miliardi. Penso a questo fenomeno perché in fondo alla fila di questo girone infernale non rimangono che i fruitori: i giocatori, o meglio, i ludopatici. Una platea variegata di cui, dopo alcune importanti esperienze di presa in carico nei servizi dedicati alla gestione delle dipendenze - i Serd - non si ha però traccia di una ricognizione generale, del commissionamento di una qualche ricerca specifica, mirata ad analizzare le ricadute psico-sociali del gioco patologico e dei varchi criminali che ha aperto. Le risultanze di almeno tre lustri di lavoro dedicati agli interventi con i giocatori che hanno preso le distanze da queste pratiche, e ai ruoli che detengono i criminali-imprenditori, gli intermediari consapevoli, gli impresari vessati e tutti coloro che stazionano nell’area grigia posta tra lecito e illecito sarebbe indispensabile perché consentirebbe di decifrare meglio le particolarità del fenomeno".

Commenti