Il Nazionale

Cronaca | 03 novembre 2023, 19:32

5 euro al giorno in meno dalla busta paga per essere portati al campo di frutta: nuova inchiesta a Cuneo per caporalato

Nel mirino della Procura il Cas di Racconigi. Il processo nasce dalle testimonianze di alcuni migranti ospiti del centro che raccoglievano la frutta per un'azienda agricola di Costigliole Saluzzo

5 euro al giorno in meno dalla busta paga per essere portati al campo di frutta: nuova inchiesta a Cuneo per caporalato

Nel novembre 2021 un gruppo di richiedenti asilo, ospiti presso il CAS di Racconigi (centro di accoglienza straordinaria), mise in atto una protesta che richiese l’intervento delle forze dell’ordine.

Il motivo del malcontento, in un primo momento, sembrava essere dovuto al fatto che nella struttura “non si mangiasse bene” ma poi, quando i Carabinieri iniziarono ad ascoltare le voci di alcuni migranti, ne emerse un quadro di sfruttamento del lavoro. Il CAS di Racconigi, che sorge nell’ex hotel Carlo Alberto, veniva gestito da un dipendente della cooperativa torinese “Liberitutti”, che ora deve rispondere di caporalato in tribunale a Cuneo.

A sollecitare le indagini della Procura e dar vita al procedimento penale, furono proprio le testimonianze dei migranti raccolte dai carabinieri. Come spiegato da un maresciallo, molti di loro iniziarono a presentarsi in caserma tramite un ‘passaparola’ muniti di bigliettini su cui venivano annotate le ore di lavoro nei campi di frutta di un’azienda agricola a Costigliole Saluzzo (il titolare di quest’ultima ha patteggiato la pena NdR).

Turni di lavoro massacranti, paghe irrisorie e inquadramenti contrattuali inadeguati. Questo, quanto sarebbe stato riscontrato dall’ispettorato del lavoro: “La loro mansione era la raccolta stagionale della frutta -ha riferito un ispettore in aula -. In particolare, l’inquadramento era di bracciante agricolo di livello VI, cioè una qualifica medio bassa. La giornata iniziava alle cinque del mattino. A quell’ora, infatti, i braccianti arrivavano da Racconigi a Costigliole Saluzzo, lavorando nove ore e per cinque o sei giorni a settimana, e se un giorno pioveva avrebbero dovuto recuperarlo. La paga si aggirava intorno ai cinque euro l’ora”.

Ma come si muovevano da Racconigi a Costigliole Saluzzo? “La cooperativa metteva a disposizione, anche se non avrebbe potuto, un pullmino -ha continuato il testimone -. Nel corso degli accertamenti però, abbiamo scoperto che non era un servizio gratuito: dalla retribuzione mensile di ciascun lavoratore venivano infatti prelevati 5 euro al giorno a titolo di ‘rimborso spese’”.

Dunque, stando a quanto riferito, i braccianti non avrebbero percepito una retribuzione proporzionata alla loro attività lavorativa. Sulle buste paga di cui ciascun lavoratore, infatti, sarebbero state segnate meno giornate e meno ore rispetto a quelle effettivamente lavorate: “Tutte erano nettamente superiori” ,ha concluso l’ispettore.

Sui conti correnti dell’imputato, la Guardia di Finanza aveva operato alcuni controlli. Dalle indagini delle Fiamme Gialle risultarono versamenti in contanti per 37mila euro, che venivano fatti con banconote di piccolo taglio, cioè da 5 o da 10 euro.

Secondo quanto sostenuto dal Pubblico Ministero, quei movimenti sarebbero lo specchio di ‘rimborsi spesa’ sottratti dalle buste paga dei lavoratori, cioè quelli “dovuti” per essere portati al lavoro.

A febbraio la prossima udienza.  

CharB

Commenti