Nella tarda mattinata di sabato 28 ottobre gli infissi e la facciata di una casa lungo la strada che da Monticello Villa conduce verso località Valdozza sono stati colpiti da alcuni proiettili sparati da un gruppo di cacciatori impegnati in una battuta al cinghiale nel vicino bosco di Vallumbria.
Si tratta dell’ennesimo episodio di difficile convivenza fra cacciatori e abitanti di luoghi interessati dalla pratica della caccia.
Negli ultimi anni, va detto, la caccia è stata regolamentata: ha certamente una serie di vincoli, limiti e tutele rispetto al territorio, ma che pare non impediscano comunque screzi, polemiche e incidenti.
Pochi giorni fa il veterinario di Novello, Massimo Vacchetto, è stato aggredito da un gruppo di cacciatori dopo essere intervenuto vivacemente per aver valutato gli spari troppo vicini alle abitazioni e, comunque, secondo lui al di sotto dei 150 metri almeno di distanza dai luoghi abitati. La casa colpita dalle fucilate, tra l'altro, non si trova affatto in una zona isolata, ma appena ai margini del paese.
Ieri mattina sono stati allertati e sono intervenuti i carabinieri di Cherasco, che hanno elevato una sanzione amministrativa a carico dei responsabili.
Non è facile trovare soluzioni che soddisfino entrambe le parti. Rimane il fatto che la caccia è un’attività meno praticata di un tempo, cambiata nelle modalità e non sempre in meglio, per cui qualche riflessione e qualche attenzione in più da chi la gestisce e la pratica se la aspettano un po’ tutti.
Quest’altro episodio, inevitabilmente, non farà che inasprire la diatriba fra i favorevoli all’attività venatoria e coloro che non la vorrebbero veder praticata.
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