«Movente da ricondursi a dinamiche familiari non conosciute». È quanto la Procura della Repubblica di Varese, in una nota a firma del procuratore Massimo Politi, ha comunicato in seguito all'omicidio-suicidio avvenuto nella tarda mattinata di ieri a Cuasso al Monte, nella frazione di Cavagnano, dove Pierluigi Lacchi, 84 anni, ha sparato alla moglie di 80 anni, Giuseppina Anselmino, prima di togliersi la vita puntandosi la pistola alla tempia (leggi QUI e QUI).
Nella nota gli inquirenti confermano la dinamica emersa nelle ore successive al delitto ribadendo come non ci siano terze persone coinvolte nell'accaduto. Nella ricostruzione la Procura conferma inoltre che l'uomo, intorno alle 11, «all'interno della propria abitazione, dopo aver esploso un colpo d'arma da fuoco con la pistola nei confronti del proprio coniuge Giuseppina Anselmino, 80enne convivente» ha telefonato «alla Centrale Operativa dei Carabinieri e preannunciava il suo suicidio. Infatti, poco dopo, si sparava alla tempia».
La donna, ancora viva, era stata trasportata dai soccorritori all'Ospedale di Varese, «dove decedeva alle ore 16 circa». «Sono in corso indagini - continua la nota del procuratore - per comprendere il movente dell'accaduto, che, allo stato, deve ricondursi a dinamiche familiari non conosciute e che non coinvolgono soggetti terzi. Non risultano fatti pregressi denunciati».
«Sono in corso accertamenti, affidati ai Carabinieri di Porto Ceresio e Varese, sulla dinamica esatta della vicenda e, in particolare, sulla pistola, di piccole dimensioni, utilizzata per l'omicidio-suicidio» conclude la Procura varesina.
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