Ha rilasciato dichiarazioni totalmente opposta alla versione dei fatti precedente, il 26enne Omonke Okoedion, l’uomo che sabato sera verso le 19.30 avrebbe ucciso Peter Enajero, 32enne che, pochi istanti prima prendevano un caffè all’interno del bar ‘Anthony’ di piazza Cesare Battisti a Ventimiglia.
Okoedion è stato interrogato, alla presenza di un interprete, all’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, dove è ricoverato e dove dovrà nuovamente essere sottoposto ad un nuovo intervento chirurgico all’addome. Difeso dall’avvocato Mattia Caruso, il 26enne ha sostenuto di non essere stato lui a generare la zuffa e nemmeno di aver sferrato il colpo mortale.
Dall’interrogatorio è emerso che la zuffa è iniziata, per cause ancora da capire, all’interno del bar. Dalle immagini visionate dagli inquirenti, anche il colpo mortale sarebbe stato sferrato all’interno del locale, dove con la bottiglia di vetro rotta è stato raggiunto alla giugulare. Nelle immagini, infatti, si vede Enajero uscire già ciondolante per accasciarsi poi al suolo.
Il 26enne, che è accusato di omicidio volontario, ha confermato di conoscere da tempo Enajero e che, poco prima, stavano bevendo insieme un caffè. Intanto l’omicida è in attesa di essere operato ed è fuori pericolo pur avendo ferite gravi all’addome e ad un orecchio. E’ piantonato nel nosocomio.
Per capire con precisione quanto accaduto serviranno indagini approfondite, che saranno aiutate dalle immagini delle telecamere, sia del bar che dalla vicina banca. Intanto l’avvocato della titolare del bar, Fabio Scaffidi Fonti, ha presentato l’istanza di dissequestro del bar ‘Anthony’.
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