Nell’ottobre 2021 aveva aggredito e insultato alcuni agenti di Polizia Penitenziaria della casa circondariale di Cerialdo dove era detenuto, e per questo motivo, il giudice del tribunale di Cuneo l’ha condannato a quattro mesi di reclusione.
L’imputato, G.A., un trentenne tunisino, quel giorno, doveva essere trasportato all’Ospedale di Cuneo, ma durante il tragitto dal carcere al nosocomio diede in escandescenza: “Cosa vuoi sbirro di m****! Non mi guardare che ti ammazzo davanti ai tuoi colleghi! È da ieri pomeriggio che volevo tagliarti la gola! Apritemi figli di p******* vi faccio vedere!”. Queste, la frasi pronunciate nei confronti di alcuni agenti della penitenziaria.
G.A., come ricostruito dalla Procura, oppose resistenza anche durante il rientro al Cerialdo, aggredendo fisicamente un assistente capo. Per questo, il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a nove mesi di reclusione. La difesa del trentenne, che ha sostenuto l’involontarietà delle sue condotte, aveva chiesto e ottenuto la consulenza di un medico psichiatra circa le condizioni psicologiche, di G.A. anche a fronte delle allucinazioni che sosteneva assillarlo.
Presente in aula, il consulente ha riferito di una situazione di disagio del detenuto ma escludendo sia l’infermità mentale che le allucinazioni e affermando la sua capacità di stare in giudizio.
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