Davanti alle foto del cadavere di sua madre, proiettate nell’aula bunker del Tribunale di Varese, Angelo Casoli – figlio della pensionata Carmela Fabozzi, uccisa nella sua casa di Malnate il 22 luglio 2022 – ha perso il controllo e, dopo aver sbattuto i pugni sul tavolo, ha cercato di raggiungere la gabbia dei detenuti, puntando dritto verso Sergio Domenichini, il 67enne accusato dell’omicidio della donna.
Un momento di tensione, terminato con l’allontanamento dell’uomo dall’aula, e avvenuto in un passaggio importante del processo, dedicato al ritrovamento del corpo della pensionata di 73 anni. Era stato un vicino, residente al piano terra della corte di via Sanvito a Malnate, a raggiungere per primo l’appartamento di Fabozzi, intorno alle 19 del 22 luglio, attirato da un lamento continuo. La voce era quella del figlio di Fabozzi, trovato dal vicino in ginocchio, sul corpo della madre che era steso in corridoio.
«Ho chiamato i soccorsi – ha ricordato il testimone – l’operatrice mi ha detto di praticare il massaggio cardiaco. La scena era cruda, c’erano schizzi di sangue sui muri. La donna non respirava. Ho iniziato con il massaggio, anche se all’inizio non me la sentivo. Poi mio fratello mi ha dato il cambio, mentre aspettavamo i soccorsi».
In aula anche un amico della vittima, che ha ricordato quanto la pensionata fosse riservata: «La accompagnavo in auto a fare le commissioni, ma raramente salivo in casa sua. Temeva che qualcuno potesse pensare male». L’uomo era via per le vacanze il 22 luglio dello scorso anno: «Ho saputo della morte della signora Carmela sentendo la notizia alla radio».
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