Il Nazionale

Cronaca | 11 ottobre 2023, 19:39

Inseguita e palpeggiata da un uomo in Corso Giolitti. Condannato a due anni di carcere

Il grave episodio avvenne in un tardo pomeriggio dell'estate 2021. Tempestivo l'arrivo delle forze dell'ordine chiamate dalla donna che hanno confermato quanto spiegato dalla vittima

Inseguita e palpeggiata da un uomo in Corso Giolitti. Condannato a due anni di carcere

È stato condannato a due anni e tre mesi Y. A., cittadino somalo, accusato in tribunale a Cuneo di violenza sessuale, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale. I giudici del Collegio lo hanno inoltre interdetto dalla curatela e dai pubblici uffici.

Era un tardo pomeriggio d’estate del 2021 quando una donna, anche lei somala, aveva richiesto l’aiuto delle forze dell’ordine perché l’uomo, ubriaco, l’aveva palpeggiata e molestata in corso Giolitti. All’arrivo delle autorità, all’angolo tra piazza Europa e il corso, l’uomo, a pochi metri di distanza dalla vettura della vittima, ha continuato ad insultarla e proferire minacce a sfondo sessuale come ha spiegato uno degli agenti intervenuto: “Quando gli abbiamo chiesto i documenti ha insultato anche noi. Poi ha iniziato a scalciare e sbracciarsi cercando lo scontro fisico, scagliandosi contro di me e altri due agenti”.

Dopo aver tentato di immobilizzarlo a terra, Y.A., riuscito a divincolarsi, si diede alla fuga verso la stazione e correndo senza scarpe, perse nella colluttazione con i poliziotti, inciampò: “L’abbiamo raggiunto in Via Meucci - ha concluso il militare – Si era voltato per vedere se gli stavamo dietro ed è caduto a terra, a quel punto lo abbiamo fermato”.  

In aula, stamane, era presente anche la donna, che quel pomeriggio aveva accompagnato il figlio alla stazione e mentre stava andando a prendere l’auto che aveva parcheggiato in corso Giolitti, incontrò tre ragazzi connazionali: “Mi aveva chiesto se fossi somala – ha iniziato a raccontare la vittima – e iniziammo a chiacchierare. Quando ci siamo salutati lui ha tentato di baciarmi sulla bocca per due volte. Ha iniziato a seguirmi e quando sono arrivata all’auto mi palpeggiò con insistenza il sedere”.

Impaurita, pensando che una volta aperta la macchina l’uomo avrebbe potuto salire con lei, proseguì a piedi verso Piazza Europa e Y.A., sempre dietro di lei, iniziò ad insultarla e minacciarla: “Gli dissi che avrei chiamato la Polizia e lui mi rispose che potevo chiamare chi volevo, che non mi avrebbe mollata, che mi avrebbe violentata e che mi avrebbe ammazzata. Alcuni miei connazionali mi dissero che avevo fatto male a chiamare le forza dell’ordine. Poi, per fortuna, non l’ho più incontrato”.

CharB.

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