Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al Gip Alessia Ceccardi il direttore generale della Provincia Giulia Colangelo e il Dirigente degli affari generali Maurizio Novaro.
Scena muta quindi in Tribunale a Savona per i due dirigenti provinciali, difesi rispettivamente dagli avvocati Cristiano Michela (Colangelo) e Marco Fazio (Novaro) per i quali, a seguito delle indagini effettuate dalla squadra mobile della polizia, era stata disposta dal giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura, pm Maddalena Sala e Claudio Martini, la misura cautelare dell'obbligo di dimora nei comuni di residenza per la durata di quindici giorni.
In questo momento il Gip si è riservato di decidere sulla misura cautelare della sospensione dal pubblico ufficio.
Il Gip, sulla base di un'articolata indagine svolta dalla Squadra Mobile della Questura di Savona, aveva ritenuto sussistenti, in capo al Direttore Generale Colangelo, gravi indizi di commissione dei reati di maltrattamenti e atti persecutori nei confronti di alcuni dipendenti dell'ente; aveva inoltre ritenuto, nei confronti di entrambi gli indagati, sussistenti i gravi indizi dei reati di utilizzazione di segreti d'ufficio, abuso d'ufficio e falso in atto pubblico, tutti commessi, nell'ipotesi accusatoria, nell'ambito dei concorsi per la selezione del personale dipendente con lo scopo di favorire alcuni candidati.
Le misure erano state richieste per prevenire i rischi di reiterazione degli illeciti e di inquinamento probatorio: per tale ultima finalità è stata emessa la misura dell'obbligo di dimora nei termini indicati.
L'ordinanza era stata emessa sulla base degli atti di indagine raccolti dai soli inquirenti; soltanto le successive fasi processuali, caratterizzate dal contraddittorio con la difesa degli indagati, consentiranno la verifica dell'ipotesi accusatoria, stante la presunzione di innocenza delle persone sottoposte ad indagini preliminari, oltre alla possibilità per le medesime di far valere, in ogni fase del procedimento, la propria estraneità ai reati per cui si procede.
Nella giornata di martedi oltre agli atti prelevati a Palazzo Nervi, era stato svolto un altro blitz della mobile in Comune ad Albisola Superiore con l'acquisizione di ulteriori documenti.
Ad essere indagati anche il sindaco di Albisola Maurizio Garbarini, l'assessore albisolese al personale e consigliere provinciale Sara Brizzo, la dirigente degli affari generali della Provincia Jessica Rebagliati, Laura Pomidoro del servizio legale e contenziosi e Veronica Valenti, stazione unica appaltante.
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