Dopo l'assemblea, i lavoratori di Acciaierie d'Italia sono tornati in fabbrica. Prosegue lo stato di agitazione dopo le 24 ore di sciopero degli operai, che tuttavia hanno deciso di tornare al lavoro.
Ieri mattina la Rsu unitaria di Genova Cornigliano si era mobilitata insieme ai colleghi di Taranto dichiarando sciopero. Il corteo era arrivato fino alla Guido Rossa con tanto di carrellone e ruspa ad aprire la fila dei lavoratori in marcia.
Tra gli striscioni esposti anche uno con scritto “basta cassa" perché, spiegano i sindacati, “i lavoratori di Cornigliano hanno già pagato troppo".
L'ultimo incontro col governo non ha assolutamente rassicurato i rappresentanti dei lavoratori. Non solo per il destino dei 965 occupati in Acciaierie d'Italia a Cornigliano ma anche per gli oltre 200 lavoratori di Ilva ancora in attesa di una proposta di assunzione come scritto dall'accordo del 2018 che ormai si sentono abbandonati ad altri destini ancora da definire”.
Servono, secondo i lavoratori, maggiori investimenti sulla sicurezza all’interno dello stabilimento: non c’è una vera e propria manutenzione dei macchinari e, nonostante le denunce a Asl e prefetto, fino ad oggi non si è risolto nulla.
C’è poi la preoccupazione a livello nazionale: per portare avanti il processo di decarbonizzazione sono necessari 5,5 miliardi di euro e intanto per il 2023 erano stati annunciate 4 milioni di tonnellate ma ci si fermerà a 3 milioni. Si chiede dunque chiarezza al governo sulle politiche di industrializzazione.
"Con la manifestazione per le strade della città abbiamo voluto sollecitare il Governo sui tempi della trattativa con l'investitore privato - scrivono in una nota le Rsu dello stabilimento - Basta cassa integrazione e subito manutenzione sugli impianti. Il Governo batta un colpo. Non ci interessa parteggiare per Invitalia o per Mittal, ma chi governa questa fabbrica da Taranto a Genova a Novi deve mettere i soldi per far funzionare gli impianti”.
I sindacati denunciano che lo "scaricabarile in corso tra Governo e Arcelor Mittal danneggia industria e lavoratori oggi e pregiudica il futuro”.
In questo clima di incertezza dunque anche oggi potrebbero esserci nuove proteste e nuovi cortei nonostante le parole del presidente di Regione Liguria Giovanni Toti che ha confermato l’incontro con i rappresentati dei lavoratori per domani, mercoledì 4 ottobre: “Da mercoledì sono pronto ad avviare un nuovo confronto, convenendo che è ormai giunto il tempo di trovare una soluzione".
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