Chiama in campo il Governo il sindaco Stefano Lo Russo. Un appello, una mano tesa volta a chiedere aiuto per gestire la doppia emergenza che Torino è chiamata ad affrontare: i migranti, che arrivano in continuo e affollano il sito di via Traves, e i clochard, che dal 1° di ottobre dovrebbero tornare proprio nell’hub delle Vallette.
Trovare una soluzione dignitosa per le due situazioni, entrambe estremamente delicate, non è semplice. O si deciderà di trasferire i migranti oppure si troverà una nuova location in cui ospitare i clochard.
“C’è un tema di conflittualità sociale e mi sembra doveroso richiamare soprattutto questo Governo ad assumersi la responsabilità di aiutarci, perché a breve questa situazione potrebbe diventare non così tranquilla come la vediamo oggi” è il monito lanciato dal primo cittadino.
L’ex Mardichi, soluzione paventata inizialmente, è stata scartata. Così come hanno perso quota (ma non sono tramontate del tutto, anzi) le quotazioni dell’ex poligono militare Vauda. “Siamo disponibili a esaminare le proposte, abbiamo suggerito il Demanio militare ma se ci sono altre soluzioni che il Governo ha in mente ce le dica, noi ci sediamo volentieri attorno a un tavolo per cercare di accompagnare questo processo. Le scelte localizzative sono in capo al Governo”.
E allora la palla passa al Governo. I colloqui con la Prefettura, il Comune e la Croce Rossa sono giornalieri, costanti. Proprio da chi gestisce in prima linea entrambe le emergenze arrivano alcuni suggerimenti: “Per ora stiamo cercando di attrezzarsi con soluzioni di emergenza, non possiamo far altro. Per alleggerire via Traves si potrebbe trovare una struttura di dimensioni intermedie, da 100/150 persone” ha spiegato Giuseppe Vernero, presidente di Croce Rossa Italiana Torino. E non è detto, per ammissione dello stesso presidente, che la struttura debba trovarsi per forza in città: “Si potrebbe prendere in considerazione anche qualche soluzione in provincia”.
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