Sabato 16 settembre, tra le 18 e le 21, una densa macchia oleosa è comparsa nelle acque della bealera 'Lavandarum Mussotto', attraversando il tratto compreso tra la frazione Baraccone di Castagnito e il concentrico di Magliano Alfieri. Visibilissima, trascinata dalla corrente e ripresa da alcuni residenti, ha imbrattato gli argini del corso d'acqua e il piumaggio delle oche che stazionano normalmente nei pressi della parrocchia di San Antonio e Maurizio, per poi disperdersi lentamente in direzione del Tanaro.
Sono in corso da questa mattina, lunedì, accertamenti e controlli da parte di Arpa e Egea Acque per scoprire il punto da cui si è effettuata la immissione in fognatura, che a causa di un 'troppo pieno' dovuto alla quantità e densità del liquido o ad un intasamento precedente, ha provocato l’immissione in bealera.
Si cercano dunque i colpevoli di questo vero e proprio reato ambientale, nelle cui intenzioni c’era l’idea di farla franca e di arrecare danni soltanto al depuratore SiSi di Canove di Govone, nel quale si sarebbe riversato l’intero quantitativo.
Già nella serata di sabato sono stati allertati e sono intervenuti i Vigili del Fuoco, i Comuni interessati, i Carabinieri Forestali, il Consorzio Irriguo Mussotto Vaccheria Lavandaro, l’Arpa, l’Asl e la società intercomunale Servizi Idrici SiSi.
Il 'naftone' o nafta poco raffinata e catramosa veniva utilizzato negli anni ’60 come combustibile per caldaie. Si spera che gli accertamenti portino a individuare chi ha commesso lo scempio, con dolo o leggerezza non ha importanza.
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