Il Nazionale

Cronaca | 12 settembre 2023, 07:21

Violenza sulle donne: da un ventimigliese un brevetto per aiutare le vittime a difendersi dagli aggressori

Si tratta di Giuseppe Miceli, 55enne che, di fronte ai continui atti di violenza contro le donne, ha creato un dispositivo (brevettato ma che non ha ancora trovato un’azienda disponibile alla sua produzione)

Violenza sulle donne: da un ventimigliese un brevetto per aiutare le vittime a difendersi dagli aggressori

Un brevetto per tenere lontani quegli uomini violenti che, nonostante l’istituzione del cosiddetto ‘codice rosso’, troppo spesso uccidono mogli e compagne. Lo ha depositato un ventimigliese che ora, per ragioni di lavoro, vive a Milano. E’ stato chiamato “Rete di dispositivi a contrasto della violenza sulle donne”.

Si tratta di Giuseppe Miceli, 55enne che, di fronte ai continui atti di violenza contro le donne, ha creato un dispositivo (brevettato ma che non ha ancora trovato un’azienda disponibile alla sua produzione). Negli ultimi tempi sono state inasprite le pene ma non hanno dato qualcosa a cui aggrapparsi, alle donne che sono vittime di violenza.

Come funziona l’invenzione del ventimigliese? “Ho creato una rete di dispositivi che consegna alla donna un mini tablet, con le indicazioni di avvicinamento del suo aggressore. I dispositivi fanno chiamate di emergenza in automatico ma vengono create delle ‘corone elettroniche’ che possono avvertire la donna in pericolo. Una sorta di ‘alert’, che le consentirebbe di fuggire oppure di avvertire qualcuno e dare l’allarme”.

“Ho proposto il mio brevetto – ci ha detto Giuseppe Miceli – ad aziende di elettronica ed informatica ma anche a chi produce braccialetti elettronici, a studi di ingegneria ma anche al Ministero, Procure e Tribunali. Eppure mi sono arrivate risposte negative con motivazioni che mi hanno lasciato basito. Molte aziende mi hanno risposto che non si tratta di una novità perché si tratta di assemblare in modo diverso prodotti già esistenti”.

Miceli, preoccupato per gli accadimenti degli ultimi tempi: “Le donne hanno bisogno di aggrapparsi a qualcosa, visto che dopo le denunce si trovano attorno a casa i propri aguzzini. Dobbiamo dotare le persone vittime di violenza un dispositivo che le avverta e le aggressioni si potrebbero ridurre. Il brevetto, pagato circa 10mila euro, l’ho ottenuto dal 2020 ma ho sempre trovato porte chiuse”.

L’inventore del sistema di protezione ha anche contattato il Ministero dell’Interno, ha deciso di mettere a disposizione il suo brevetto gratuitamente: “Assolutamente si e non voglio nulla. Ma facciamo qualcosa per fermare quella che io considero una vera e propria strage”.

Il progetto prevede l’utilizzo di frequenze ministeriali (ex televisione analogica) e non la rete internet. E’ completamente autoalimentato e riesce a dare al giudice la posizione dell’aggressore con precisione assoluta. E’ possibile registrare tutti i movimenti e, nel report il giudice può vedere se si è avvicinato troppo al luogo dove vive la vittima. E, se l’uomo entra nella cintura ‘vietata’, si attiva il display in possesso della donna e registra audio e video.

Carlo Alessi

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