Il Nazionale

Cronaca | 03 agosto 2023, 14:57

"La odio l'Italia", così Tito e Bob intercettati dai carabinieri, "Mahmoud mutilato perché ha violato il codice d'onore"

Mahmoud era legato mentre lo uccidevano, ha provato a difendersi a morsi. Continua la ricerca della testa, Bob: "Tito l'ha gettata tra gli scogli"

"La odio l'Italia", così Tito e Bob intercettati dai carabinieri, "Mahmoud mutilato perché ha violato il codice d'onore"

La odio l'Italia”. Così parlavano Tito e Bob, intercettati dalle cimici dei carabinieri poco prima dell'interrogatorio alla caserma di San Giuliano, dove i due accusati dell'omicidio del diciannovenne egiziano Mahmoud Sayed Mohamed Abdalla, avevano risposto alle domande dei militari, qualche giorno prima che le indagini coordinate dalla pm Daniela Pischetola, si concentrassero su di loro.

Secondo la gip Milena Catalano, che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, la frase dimostrerebbe l'intenzione di Tito e Bob, al secolo Mohamed Ali Abdelghani, 26 anni, (Tito) e Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel, 27, (Bob) di fuggire dall'Italia, facendo così perdere le proprie tracce. Inoltre, durante una perquisizione, Bob è stato trovato con 2000 euro in contanti, segno della disponibilità economica dell'uomo.

I due sono accusati di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e di soppressione di cadavere, ma presto si aggiungerà l'aggravante della premeditazione. Con le aggravanti i due, difesi dagli avvocati Micaela Calzetta (Tito) e Salvatore Calandra ed Elisa Traverso (Bob), non potrebbero richiedere il processo con rito abbreviato e rischierebbero quindi l'ergastolo.

Mahmoud, ricordiamo, lavorava come parrucchiere in due barberie che si trovano a Chiavari e a Sestri Ponente. Tito e Bob sono rispettivamente il vice titolare e il fratello del titolare, Ali, che da circa un mese si trova in Egitto. I due erano quindi uomini di fiducia di Ali, Bob aveva anche il ruolo di gestire la cassa dei locali. Il delitto, secondo quanto emerso finora, si sarebbe consumato perché Mahmoud avrebbe manifestato la volontà di andare a lavorare in un'altra barberia che si trova a Pegli, gestita da un concorrente di Ali, che dall'Egitto avrebbe minacciato telefonicamente il titolare di fargli avere qualche problema se avesse assunto Mahmoud. Le minacce erano state ribadite da Tito e Bob il giorno dell'omicidio. Sullo sfondo c'è anche una storia di sfruttamento delle condizioni lavorative; risulta infatti che a giugno la finanza avesse effettuato un blitz nella barberia di Sestri Ponente e che durante l'accertamento sarebbero emerse irregolarità. Non è chiaro se Mahmoud avesse riferito ai finanzieri di essere sfruttato, agli atti non risulta nessuna denuncia.

Lo 'sgarro' di Mahmoud evidentemente è stato ritenuto una violazione del codice d'onore, come sottolinea la gip nell'ordinanza, a proposito della mutilazione che “appare pianificata a priori ed era volta o a impedirne l'identificazione o per punirlo in modo ulteriore”.

Mentre si fanno sempre più chiare le responsabilità dei due, che per la procura e per i carabinieri del nucleo investigativo diretti dal colonnello Michele Lastella, hanno sempre agito insieme nell'uccidere Mahmoud, nel mutilargli mani e testa e nel nascondere il corpo in una valigia prima di gettarlo in mare, emergono ulteriori particolari, come quello macabro della disperata difesa a morsi della vittima, mentre i due lo accoltellavano con un grosso coltello da cucina, probabilmente comprato insieme a una mannaia e al trolley dove è stato messo il corpo di Mahmoud poche ore prima in un emporio 'cinese' di via Sestri, a poche centinaia di metri da via Vado, dove si è consumato il delitto.

Mahmoud si è difeso a morsi perché, come emerso dall'autopsia effettuata dal medico legale Daniele Bedocchi, era legato mentre i due lo uccidevano. Un'altra prova emersa nelle ultime ore riguarda i vestiti trovati all'interno dell'appartamento che sono stati consegnati ai carabinieri da alcuni dei dipendenti. Gli indumenti apparterrebbero a Tito e avrebbero tracce di sangue, che sono analizzate in queste ore.

Nel frattempo i sommozzatori dei vigili del fuoco continuano a cercare la testa del povero Mahmoud. “Cercate tra gli scogli, lì l'ha gettata Tito”, avrebbe suggerito Bob agli inquirenti.

Francesco Li Noce

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