Convalida del fermo e custodia cautelare in carcere per Tito e Bob, rispettivamente Mohamed Ali Abdelghani, 26 anni, e Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel, 27, arrestati perché ritenuti responsabili dell’omicidio e della soppressione di cadavere per aver ucciso, mutilato, decapitato e gettato in mare, Mahmoud Sayed Mohamed Abdalla, 19enne egiziano accoltellato al cuore, al fegato e allo stomaco, chiuso in una valigia e trasportato verso la foce dell'Entella, dove il suo corpo è stato martoriato.
La giudice Milena Catalano questa mattina ha convalidato il fermo dopo la scena muta fatta da entrambi gli imputati.
Gli avvocati della difesa Salvatore Calandra per Bob e Micaela Calzetta per Tito, uscendo dal Carcere di Marassi hanno risposto alle domande dei cronisti.
“Sono emerse nuove risultanze investigative - ha spiegato Calandra - Anche l’autopsia del medico legale fatta in via preliminare ha fornito risultati definitivi che sono stati depositati”.
Come hanno spiegato gli avvocati, entrambi gli imputati sono provati dalla situazione anche se, nonostante le non risposte della giornata odierna, mantengono le loro posizioni.
Bob, infatti, accusa Tito di essere l’unico autore materiale del delitto a cui lui ha poi partecipato nell’occultamento e nello smembramento perché minacciato.
Dal canto suo, invece, Tito sostiene che il 19enne sia caduto accidentalmente sul coltello ferendosi mortalmente.
L’avvocata di Tito, Micaela Calzetta ha aggiunto: “Al momento non sono le dichiarazioni del coindagato che lo preoccupano” e a chi domanda se si sia pentito, risponde: “Uno si pente di qualcosa che riconosce di aver fatto”.
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