Il Torino Pride 2023 si è chiuso con gli interventi dal palco. Tra questi, quello del coordinatore Marco Giusta, come previsto particolarmente "resistente" e aspro nei confronti delle politiche dei governi attualmente in carica.
L'attacco è stato netto e dai toni decisi: "Da cosa si riconosce - si è chiesto dal palco - il fascismo? Non è forse violenza imporre che un figlio di due madri sia solo il figlio di una madre? Fa meno male? Dobbiamo stare allerta come sentinelle partigiane e dobbiamo dare una risposta diretta insieme alle altre lotte: quelle delle persone razzializzate, disabili, povere, dei movimenti transfemministi e ambientalisti. Qui abbiamo costruito un mondo migliore e un futuro migliore, risponderemo come comunità e come reti abbattendo le frontiere".
Giusta ha poi chiamato a raccolta tutti i movimenti in lotta per il riconoscimento dei propri diritti: "Il Pride è una rivoluzione - ha proseguito - ed è il nostro orgoglio: siamo le persone più vulnerabili che subiscono campagne di odio e discriminazioni dall'ascesa di questo nazionalismo malato e da un sistema di oppressione che crea confini che le persone marginalizzate non possono attraversare ma dove possono solo annegare. Noi vogliamo attraversarli con le nostre mille identità".
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