“Aiuto, mi sta ammazzando”. Le urla disperate di Alice Scagni mentre il fratello Alberto la straziava con venti coltellate, le ricorda ancora bene Thomas Magliocco, vicino di casa della donna e del marito, Gianluca Calzona. Quella sera, mentre cenava insieme alla compagna ha sentito Alice implorare aiuto, lui non ci ha pensato due volte ed è sceso in strada ancora scalzo, per affrontare Alberto. L'uomo questa mattina in tribunale ha raccontato il ricordo di quella sera.
“Ricordo che quel giorno io e la mia compagna, che all'epoca era al settimo mese di gravidanza, siamo tornati a casa alle 17.30. Io verso le 18.30 stavo stendendo una lavatrice, ho visto l'imputato che non avevo riconosciuto, indossare gli occhiali da sole pur essendoci a quell'ora già parzialmente l'ombra. Mi aveva colpito che andasse avanti e indietro sotto casa, non l'avevo mai visto, aveva un comportamento fuori dall'ordinario”.
Da un punto del suo poggiolo, Magliocco poteva vedere il luogo del delitto. Intorno alle 20.30, mentre cenava ha sentito le urla della vittima. “Io e la mia compagna ci siamo alzati e affacciati. Dal poggiolo si vedeva l'imputato che stringeva la vittima, subito abbiamo pensato che ci fosse una colluttazione, personalmente ero convinto, non avendo visto l'arma che la stesse picchiando a mani nude. Non ho nemmeno messo le scarpe, mentre uscivo dalla porta ho detto alla mia compagna di chiamare il 112 e sono intervenuto. Quando sono uscito dal portone ho fatto l'ultima rampa di scale davanti al portone dove c'era il cane della coppia, molto impaurito. Sono uscito, mi sono lanciato caricando il pugno per arrivare a fermare l'aggressione, ma ho visto l'imputato che estraeva una lama e non sono riuscito, il livello di pericolo era al di là della mia possibilità di avere un intervento che non fosse pericoloso anche per me. Gli ho detto 'fermati' e alla terza volta ho urlato 'cazzo cosa stai facendo? Fermati'. In quel momento non so se per il mio intervento o altro ha cessato e ho visto la vittima cadere a terra a peso morto, nessun tentativo di aggrapparsi è caduta a terra pesantemente”.
“In quel momento – ha concluso Magliocco - l'imputato che indossava ancora gli occhiali da sole, si è girato e come se io non fossi presente ha iniziato a dirigersi verso il mare. Io ho percepito che la vittima non era in vita, ho visto il sangue e lo sguardo esanime. Ho iniziato a inseguire l'imputato urlandogli di fermarsi e che stava arrivando la polizia. Nel fare questo mi sono fermato perché mi sono reso conto che la mia compagna incinta era sulla scena di un omicidio. Quando sono tornato lei era china sul cadavere con altre due persone della zona, così le ho detto di rientrare, e poi ho inseguito di nuovo l'imputato che però nel frattempo era andato via”.
Scagni verrà poco dopo intercettato da una volante.
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