Un tiro in porta, il gol e l’abbraccio con papà. Una scena tanto semplice quanto inusuale in carcere, se il padre è un detenuto. Eppure è quanto accaduto ieri a Torino, nella casa circondariale Lorusso e Cutugno dove, almeno per un giorno, genitori e figli hanno condiviso momenti di socialità insieme. Spensierati.
L'iniziativa dell'associazione Bambini senza Sbarre
L’iniziativa è promossa a livello nazionale dall’associazione Bambini senza Sbarre e prevede una partita in tutti i carceri che vi aderiscono. Torino ha risposto presente e, con il supporto della cooperativa il Margine, ha organizzato la partita nella palestra comune.
"Momenti per recuperare il tempo perso"
Tra le persone più felici c’è Manuel, detenuto da tre anni. “Questi momenti ci danno la possibilità di recuperare il tempo perso: sono ottime iniziative. Siamo contenti, ci hanno dato l’opportunità di passare del tempo con i nostri bambini: è anche questa rieducazione”.
Sua figlia ha appena 5 anni e quando ha visto il papà si è sciolta in un abbraccio e aperta in un sorriso enorme: “E’ gratificante per noi papà e poi c’è la bellezza di giocare con i nostri figli, che sono la cosa più bella che abbiamo”.
La piccola è abituata a vedere il papà durante i colloqui, ma lì il clima è diverso. Meno festoso, come è normale che sia. “Giocare qui, con un pallone e con gli attrezzi, con gli altri bimbi, è un valore aggiunto. E’ socializzazione. E’ un ambiente chiuso ma ricreativo”.
Manuel è alla seconda carcerazione e questa volta la sofferenza per il distacco dalla famiglia è più grande, proprio per la presenza della figlia. “Ho perso i primi passi che ha fatto mia figlia. Questi momenti mi danno tanto e, nonostante la distanza, questi attimi mi danno la possibilità di recuperare il tempo perso”.
Il ruolo della cooperativa Il Margine
Chi ha contribuito a realizzare l’iniziativa è la cooperativa Il Margine: “E’ un momento privilegiato per i detenuti che generalmente hanno i colloqui con i figli, ma calendarizzati e sotto la supervisione degli agenti. Questa è un’occasione come altre per passare del tempo insieme con un’attività ludica, giocando. Con un contatto che nel colloquio non c’è” spiega Roberta Portoghese.
Un momento importante per i papà, ma soprattutto per i figli: “Il nostro focus sono i bambini, è un loro diritto poter incontrare il papà e vederlo che, anche se detenuto, svolge il suo ruolo genitoriale. Il nostro obiettivo è il benessere del bambino: più sta bene il papà, più sta bene il bimbo”.
E allora i piccoli, tra un tiro e una lotta sul ring, tra una partita a calcetto e degli esercizi in palestra, tornano a sorridere. A godersi i loro papà detenuti. “I bimbi si illuminano, è un’occasione: condividono momenti che nella quotidianità mancano”.
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