Volevano portare a Genova 100 chili di cocaina, occultata in borsoni all'interno di un container contenente fave di cacao, a bordo di una moto nave partita da Guayaquil, in Ecuador e diretto in Liguria.
Per questo sono finiti in manette, arrestati dalla Guardia di Finanza di Genova e Spezia, coordinata dalla Repubblica di Genova, i dominicani Joel De Jesus Castillo Tapia e Francisco José Castillo Tapia, l'ecuadoriano Holger Ernesto Wila Quinonez e gli albanesi Nevian Vasaj, Ardian Sufaj, Francisco José Castillo Tapia, l'ecuadoriano Holger Ernesto Wila Quinonez e gli albanesi Nevian Vasaj, Ardian Sufaj, Andiol Xhindoli, Andrea Vasaj e Sufaj Hane. Un connubio criminale non inedito nel traffico di stupefacenti tra sudamericani e albanesi nei porti del Mediterraneo, dove il flusso è in aumento negli ultimi anni.
Solo un imprevisto, probabilmente il furto della droga durante la traversata da Guayaquil, ha impedito che la cocaina arrivasse a Genova, dove l'organizzazione era già d'accordo con il 'portuale infedele' "deputato - si legge nell'ordinanza di custodia cautelare della Procura - a estrarre la droga dal container nel porto di Genova".
In realtà, come emerge dalle carte, il portuale infedele altro non era che un agente sotto copertura che per l'organizzazione era il ladro della cocaina, tanto da spingere sette di loro a sequestrare un uomo, con precedenti per spaccio, a cui era stato intimato di fornire le informazioni sul portuale infedele, che l'uomo conosceva.
Due di loro, gli albanesi del gruppo, avevano fatto salire il sequestrato in auto, dopodiché gli avevano intimato di spegnere il telefono e di inviare vocali al portuale infedele. Durante il viaggio verso Genova gli avevano chiesto con insistenza dove si trovasse il portuale, minacciandolo di gravi violenze che gli avrebbero riservato i sudamericani. "Noi ti lasciamo con loro... ti levano le unghie... ti tirano fuori gli occhi... ti massacrano", e ancora: "Tu sei morto, te lo dico ora... ti giuro, se questo materiale non si recupera sei morto!... non hai scampo!".
Poi lo scambio dell'ostaggio con i sudamericani in un ristorante di Sestri Ponente e i dettagli su dove detenerlo e sul come procurarsi un'arma.
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