Il Nazionale

Cronaca | 05 giugno 2023, 14:00

Tirreno Power, la requisitoria del Pm: "Atteggiamento dell'azienda negligente e sprezzante"

Nel pomeriggio le richieste di condanna o assoluzione del Pubblico Ministero Elisa Milocco, domani le conclusioni delle parti civili

Tirreno Power, la requisitoria del Pm: "Atteggiamento dell'azienda negligente e sprezzante"

La mancata realizzazione del gruppo Vl6 e della copertura del carbonile, la collocazione dello Sme a camino e le emissioni.

Queste le tematiche principali sulla quale si è concentrata il Pubblico Ministero Elisa Milocco che questa mattina in Tribunale a Savona ha iniziato poco prima delle 11.00 la sua lunga e articolata requisitoria per il processo legato alla centrale Tirreno Power. Che dopo più di 4 anni sta per arrivare alla battute finali.

La Procura aveva sequestrato i gruppi a carbone nel 2014 e ventisei persone tra manager ed ex manager dell'azienda erano stati rinviati a giudizio per disastro ambientale e sanitario colposo.

Nel pomeriggio quindi si conosceranno le richieste di condanna o di assoluzione del Pm e nella giornata di domani spazio alle conclusioni degli avvocati delle parti civili (erano state ammesse nel processo 48 abitanti di Vado Ligure oltre al Ministero dell’Ambiente, Ministero della Salute, WWF, Medicina Democratica, Greenpeace, Legambiente, Uniti per la salute, Anpana, Codacons, Associazione Articolo 32, Adoc, Accademia Kronos e Associazione Cittadinanza Attiva).

Negli ultimi 4 anni non sono mancate le diverse audizioni dei testimoni e i consulenti ed esperti di parte dell'accusa, delle parti civili e della difesa. 

Uno degli aspetti emersi che avevano suscitato più scalpore e preoccupazione nei cittadini era legato all'aumento della mortalità pari al 49% registrato, dal 2001 al 2013, nell'area della centrale a carbone vadese, secondo quanto era stato indicato nella ricerca dell'Istituto di fisiologia clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ifc) pubblicata sulla rivista Science of the Total Environment.

"Nei 12 comuni considerati - era stato spiegato da Fabrizio Bianchi del Cnr-Ifc - nelle aree a maggiore esposizione a inquinanti sono stati riscontrati eccessi di mortalità per tutte le cause (sia uomini che donne +49%)". La ricerca aveva riscontrato eccessi di mortalità "per malattie del sistema circolatorio (uomini +41%, donne +59%), dell'apparato respiratorio (uomini +90%, donne +62%), del sistema nervoso e degli organi di senso (uomini +34%, donne +38%) e per tumori del polmone tra gli uomini (+59%)".

Il pubblico Ministero in aula oggi ha definito l'atteggiamento di Tirreno Power "negligente e sprezzante", specificando che "il sistema di controllo e monitoraggio non erano affidabili".

"Subentrando al precedente gestore Tirreno Power nel 2003 ha violato la normativa che prevedeva delle linee guida per il contenimento delle emissioni. Si è verificato un effettivo peggioramento di SO2 e NOX e aumentano del 20-25% al subentro, poi si è verificato un calo per via della diminuzione della produzione" ha puntualizzato il Pubblico Ministero.

Dal 2004 si era verificato, come specificato, un incremento delle polveri con un picco del 2008 e un aumento quindi del 200%.

Attenzione anche sulle prescrizioni poste dal Ministero che sarebbero state ottemperate in ritardo e alla mancata copertura del carbonile per il quale gli enti locali avevano manifestato la loro preoccupazione in quanto era a cielo aperto.

"Lamentavano che non era stato fatto nulla e il termine per la realizzazione era il marzo 2015 - ha continuato il Pm Milocco - Nel 2013 Tirreno Power presenta il progetto, dopo 5 mesi il gestore chiede l’approvazione del Ministero ma nel frattempo sono stati sequestrati i gruppi a carbone. E' un atteggiamento negligente, per quale ragione Tirreno Power ha aspettato? Dopo le insistenti sollecitazioni perché non l’hanno fatto?".

La costruzione non sarebbe stata effettuata, come esposto dal Pm, per questioni economiche e l'assenza di fondi: "Invece che utilizzare gli utili lordi per la realizzazione hanno definito di distribuirsi 428milioni di euro, privando la società di risorse fondamentali. L’abbandono del progetto di realizzazione non c’è mai stato, era prevista nell’Aia e inserita nella stessa del 2014. La copertura era una condizione indispensabile perché era l’unico modo per andare avanti".

Redazione

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