Giovedì 1° giugno la Corte d’Appello di Torino ha riformato la sentenza di condanna pronunciata il 29 marzo 2022 dal giudice dell’udienza preliminare presso il Tribunale di Asti, dottoressa Claudia Beconi, nei confronti di un 60enne macellaio braidese, finito a giudizio per il noto caso della Salsiccia di Bra ai solfiti.
A carico dell’uomo, in seguito alle indagini condotte dai Nas di Torino nel dicembre 2020, due imputazioni: quella contemplata dall’articolo 516 del Codice Penale, per l’aver, nella sua qualità di titolare di una macelleria nella città della Zizzola, messo in vendita prodotti alimentari – specificatamente carne trita di bovino e Salsiccia di Bra Dop – giudicati non genuini in quanto contenenti solfiti nella misura, rispettivamente, di 647 milligrammi per chilogrammo e 398 milligrammi per kg.
La seconda imputazione era invece quella di adulterazione di sostanze alimentari (art. 440 Cp) perché tramite la sua condotta adulterava gli stessi prodotti rendendoli pericolosi per la salute pubblica sempre a causa del quantitativo di solfiti in essi contenuti.
In primo grado il commerciante era stato ritenuto responsabile dei due reati, ma con riguardo solamente alla carne tritata e non alla salsiccia, per la quale era stato invece assolto.
Nei suoi confronti veniva comunque comminata una pena pari a un anno e 8 mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena ma con l’interdizione di cinque anni all’esercizio del suo mestiere e a cariche associative, oltre alla pubblicazione della sentenza su due quotidiani nazionali.
La sentenza veniva appellata dall’imputato, assistito dall’avvocato albese Roberto Ponzio, ma anche dal pubblico ministero Vincenzo Paone, quest’ultimo con riguardo alla parziale assoluzione ma anche – qui rivolgendosi alla Corte di Cassazione – alla quantificazione della pena (la richiesta dell’accusa era stata di due anni e due mesi), alla concessione delle attenuanti generiche e alla sospensione condizionale della pena.
Giovedì la sentenza pronunciata dalla quarta sezione della Corte d’Appello di Torino, presieduta dal dottor Carlo Gnocchi, che, non ritenendo di accogliere le richieste avanzate dal procuratore generale – il quale aveva chiesto la condanna dell’uomo anche con riguardo alla preparazione e vendita della Salsiccia Dop – ha ritenuto di assolvere il 60enne braidese dal reato riguardante la supposta adulterazione, ritenuta insussistente, mentre per il primo capo di imputazione ha condannato l’uomo a una multa di 300 euro, eliminando l’interdizione.
La stessa Corte ha dichiarato inoltre inammissibile il ricorso in Cassazione del pubblico ministero.
"Attendiamo con interesse le motivazioni della sentenza – ha commentato l’avvocato Ponzio –, che la Corte ha annunciato di voler produrre entro un termine di 30 giorni. E’ stata giustamente esclusa ipotesi dell’adulterazione che esige una condotta diretta a modificare le caratteristiche della sostanza alimentare, mentre l’entità dell’anidride solforosa presente nel prodotto non aveva determinato modifiche nello stesso".
Cronaca | 05 giugno 2023, 16:33
Solfiti nella Salsiccia: l'appello rivede condanna a macellaio braidese. Per lui una multa di 300 euro
In primo grado l’uomo era stato condannato a un anno e 8 mesi di reclusione, con cinque anni di interdizione dal mestiere. Il 60enne è stato intanto assolto dal reato di adulterazione
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