Per chi è costretto a lasciare la propria casa a causa della guerra, mantenere un'attività, un lavoro, un impegno è un modo per cercare di avere un minimo di normalità, per non pensare alla famiglia, alla casa, gli affetti, lontani migliaia di chilometri con una guerra che non si sa quando finirà.
Tsezarir Hanushkevich lo fa dipingendo. Questo il suo modo di esorcizzare gli spettri del conflitto russo-ucraino. Tsezarir viene da Kiev, ha più di 60 anni e quindi ha potuto lasciare l'Ucraina perché in un'età non più arruolabile. Lo ha fatto con la moglie, nel marzo dello scorso anno, quando era ancora difficile uscire dal Paese.
Ma il fatto di avere una certa età non ha reso certo la cosa indolore, anche se ha l'aria dell'uomo forte. «Faccio parte di una famiglia di dodici fratelli e in Ucraina ho lasciato tanti parenti, fratelli, nipoti - dice Tsezarir - Ho voluto lasciarmi la guerra alle spalle ma siamo sempre in contatto con chi è rimasto in Ucraina. Siamo partiti a marzo dello scorso anno, dopo che è scoppiata la guerra. Le bombe arrivano anche su Kiev».
Un viaggio lungo, con mezzi diversi, attraversando confini e Paesi stranieri, poi l'arrivo a Quiliano, all'ex casa di riposo dove sono ospitate altre famiglie.
L'accoglienza aiuta a sopportare la lontananza ma non sempre basta, perché c'è voglia di tornare a casa. «Vorrei tornare, ci ho pensato più volte - spiega Tsezarir - ma i parenti mi dicono che la situazione è ancora troppo difficile, è rischioso. Non finirò mail di ringraziare gli italiani. L'Italia è nel mio cuore. Qui sto bene, ci avete accolti, ci aiutate a farci sentire a casa».
Di Quiliano Tsezarir conosce ormai tutti gli angoli, anche quelli più nascosti. Li vede con gli occhi dell'artista e sono tutti nei blocchi di schizzi, dove ha ritratto la chiesa, le vie, i volti delle persone.
All'ex casa di risposo ha ricavato uno spazio per dipingere. «Non proprio uno studio - dice - ma comunque uno spazio dove posso lavorare. Mi piacerebbe fare una mostra, qui. Sarebbe un modo per per ringraziare con i miei quadri chi mi ha accolto e mi ha fatto sentire a casa».
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