La voce e la protesta degli ambientalisti corre anche lungo le strade del Giro d'Italia. E' successo nel pomeriggio di oggi, a pochi chilometri dall'arrivo della seconda tappa piemontese, la prima che attraversa la provincia di Torino.
Tre, in particolare, gli attivisti di Ultima generazione che hanno rallentato la corsa per alcuni minuti lungo via Rivoli, promuovendo lo slogan "Non paghiamo il fossile". I tre ragazzi si sono sistemati all’altezza dell’incrocio con via Preiles e si sono legati tra loro. Immediato è arrivato l'intervento della sicurezza, che li ha spostati di peso, sistemandoli a bordo strada, vicino a un fosso.
“Oggi mi unisco alla campagna ‘Non Paghiamo il Fossile’ per fermare questa folle corsa - dice Beatrice, una degli attivisti -. Partecipo perché sono arrabbiata e stufa. Sono anzi furiosa a causa di un governo che continua a investire ogni anno miliardi sul petrolio, lo getta sulla schiena dei propri cittadini alluvionati, per poi organizzare tavoli di emergenza o chiamare i familiari delle vittime per trasmettere una supposta, untuosa, vicinanza. Stufa di questo baraccone mediatico, che ancora dà copertura di intere giornate a una gara ciclistica anziché usare quello stesso tempo per dire e mostrare la verità".
"Siamo nel 2023, per me i giochi sono finiti. L’interruzione del Giro, come d’altronde tutti i blocchi stradali che organizziamo, è durata pochi minuti, niente in confronto alle ore di fermo della A14 a causa delle alluvioni. Eppure nessuno ha il coraggio di prendersi le responsabilità di queste tragedie. Non è divina provvidenza: è emergenza climatica, e la colpa è dei governi a cui diamo il nostro voto per condannarci a morte”, ha concluso l'attivista.
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