Le bandiere dell’Ucraina e della Nato sventolano a Torino, in occasione del 25 Aprile. È una Festa della Liberazione diversa da tutte le altre quella andata in scena in piazza Crimea.
La scelta non casuale di piazza Crimea
Un luogo non casuale quello scelto dall’Istituto di studi storici Gaetano Salvemini e l’Associazione Marco Pannella perché qui è presente il monumento che ricorda i caduti della spedizione del Regno sabaudo contro l’Impero russo.
Arrigotti: "Stare dalla parte della democrazia"
Ma la guerra di allora è la guerra di oggi. E la resistenza del popolo ucraino all’avanzata delle truppe russe, per i manifestanti ricorda quella al regime fascista in Italia. "Senza le armi lanciate dagli Alleati non ci sarebbe stata la Resistenza da noi” ha voluto ricordare Dario Arrigotti, console onorario dell’Ucraina a Torino.
“Chi oggi in Occidente si oppone a fornire a Kiev le armi per difendere il proprio paese, sta oggettivamente dalla parte delle dittature, non delle democrazie" ha affermato Arrigotti.
Anche le bandiere dell'Iran
La celebrazione è anche l’occasione per dare spazio chiunque resista a regimi dittatoriali: spazio quindi alle bandiere dell’Iran, agli studenti ucraini e iraniani. Presente Silvio Viale, consigliere di maggioranza a sostegno del sindaco Lo Russo, con cravatta e una bandiera della Nato in mano.
“Il regime iraniano sostiene la guerra in Ucraina voluta da Putin. La libertà è il motivo per cui siamo qui: ogni cittadino ha la responsabilità ogni giorno di garantire la libertà, anche in Italia” ha spiegato Amir, cittadino iraniano a Torino.
Al sit-in hanno partecipato anche Marco Brunazzi, presidente dell’Istituto di studi storici Gaetano Salvemini, Sergio Rovasio, presidente Associazione Marco Pannella di Torino, Ulrico Leiss De Leimburg, Console onorario di Polonia a Torino, Anna Cerruti, Associazione Marco Pannella di Torino e Mario Barbaro, membro della Segreteria del Partito Radicale Transnazionale.
"Ricordare chi lotta per la libertà"
“Ricordiamo i partigiani che hanno lottato per la nostra libertà. Essere qui ha un significato particolare: portare un simbolo della Nato a Torino è pericoloso. Ma questa è una manifestazione plurale. Non si può essere solo antifascisti a modo loro” ha concluso Barbaro, invitando a festeggiare un 25 Aprile contemporaneo.
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