Il Nazionale

Cronaca | 24 aprile 2023, 10:04

Rimpatriati gli italiani bloccati in Sudan, tra loro gli attivisti genovesi di 'Music for Peace'

Stefano Rebora, la moglie Valentina Gallo e gli altri attivisti erano bloccati nel loro appartamento di Khartoum, città asserragliata dai bombardamenti

Rimpatriati gli italiani bloccati in Sudan, tra loro gli attivisti genovesi di 'Music for Peace'

Fine dell'incubo per gli italiani bloccati dallo scorso 15 aprile in Sudan. Tra loro anche gli attivisti genovesi di 'Music for Peace' che ieri sono riusciti a salire a bordo di un C-130. Stefano Rebora, la moglie Valentina Gallo e gli altri attivisti erano bloccati nel loro appartamento di Khartoum, città asserragliata dai bombardamenti; la capitale è al centro di un sanguinolento scontro tra esercito regolare e i paramilitari del Rapid Support Forces.

L’escalation – avevano scritto gli attivisti nei giorni scorsi - è stata massima fino a raggiungere uno scontro totale delle forze: tank, lanciarazzi anticarro fino all'utilizzo dei caccia, i cui boati sono stati per un momento l'unico suono nel silenzio obbligato e totale della città. Forze militari contro forze paramilitari guidate dal Generale dei Janjaweed. Questi ultimi stanno puntando ad avere il controllo dei punti strategici della città: aeroporto (all'interno di cui in questo momento ci sono scontri vivi), ministeri e casa presidenziale. Per questo motivo l'area di scontro è proprio nel centro della città che ospita per altro Ambasciate e internazionali, oltre alle aree di Omm Durman e Bahri in cui si trovano le caserme e il relativo controllo sui ponti che attualmente sono chiusi”.

"Dopo una giornata di trepidante attesa tutti i nostri connazionali in Sudan che hanno chiesto di partire sono stati evacuati. Con loro ci sono anche cittadini stranieri. L'Italia non lascia nessuno indietro", ha dichiarato la premier Giorgia Meloni, ringraziando tutti coloro che hanno realizzato la delicata operazione. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva fatto in precedenza sapere che "se le cose andranno per il verso giusto, contiamo di avere i nostri connazionali domani in Italia", precisando che si tratta di 140 persone cui si aggiungono alcuni svizzeri, dei dipendenti della Nunziatura apostolica e una ventina di cittadini europei per un totale di circa 200 civili. In serata poi il ministro aveva dato la notizia che "tutti gli italiani che hanno chiesto di partire dal Sudan sono in salvo ed in volo verso Gibuti". I paramilitari nel pomeriggio avevano annunciato la partenza degli italiani dall'ambasciata verso l'aeroporto, ascrivendosene il merito.

Redazione

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