Il Nazionale

Cronaca | 19 aprile 2023, 12:28

Cittadella dello sport al Meisino, il Comune “tira dritto” ma i comitati non ci stanno: “O ci ascoltate o sarà sempre no”

Gli assessori ribadiscono la sostenibilità e reversibilità delle opere, ma i residenti spingono per eliminare totalmente la parte sportiva del progetto. E spunta l'impianto di videosorveglianza

Cittadella dello sport al Meisino, il Comune “tira dritto” ma i comitati non ci stanno: “O ci ascoltate o sarà sempre no”

Sale di tono lo “scontro” tra la Città di Torino e i comitati sulla realizzazione della cosiddetta “Cittadella dello Sport e dell'Educazione Ambientale” al parco del Meisino. Ieri sera, durante una caldissima assemblea pubblica andata in scena al Centro di Incontro di corso Belgio 91 moderata dal climatologo e divulgatore scientifico Luca Mercalliassessori e cittadini si sono confrontati su modalità e interventi senza risparmiare momenti di tensione.

Il progetto

Il progetto, finanziato con 11,5 milioni di euro provenienti dal Pnrr tramite il Ministero dello Sport, prevede la ristrutturazione dell'ex Galoppatoio Militare con la realizzazione di un Centro di Educazione Ambientale in grado di accogliere le scolaresche cittadine, una passerella di collegamento tra le due parti del parco su corso don Sturzo, passerelle per attraversare le zone umide e di maggior valore naturalistico, un punto ristoro, una palestra di arrampicata, aree fitness, aree giochi, uno “skills bike park”, strutture per la pratica di pump track, disc golf, skiroll, biathlon, cricket. Dopo l'altolà dell'Ente Parco, che ricordiamo essere Zona di Protezione Speciale, è stata invece stralciata la pista di sci nordico.

I cittadini non ci stanno

Nonostante la promessa di rinaturalizzare alcune parti del parco e di piantumare oltre 900 nuovi alberi a fronte dell'abbattimento di circa 100 esemplari, i cittadini non ci stanno e propongono di eliminare totalmente la parte sportiva dai piani del Comune: “Ci riesce difficile capire - ha dichiarato la portavoce del comitato Salviamo il Meisino Laura Lossi – come una palestra di roccia, un bar o uno skills bike park non abbiano la capacità di caricare di persone il parco impedendone la libera fruizione. Siamo favorevoli a una cittadella dello sport, a patto che non venga fatta al Meisino: noi vogliamo un parco pubblico e per questo facciamo la controproposta di creare esclusivamente un Centro di Educazione Ambientale con la partecipazione di cittadini, comitati e associazioni; se non ci ascolterete, da parte nostra sarà un no a tutto”. Per sabato, nel frattempo, è stata organizzata una “biciclettata” dal Meisino alla Pellerina.

I dubbi della Consulta per l'Ambiente e il Verde

A questo si aggiungono i forti dubbi della Consulta per l'Ambiente e il Verde, organo consultivo del Consiglio Comunale, che riguardano non solo la parte ambientale, ma anche (e soprattutto) la partecipazione civica: “L'attività didattica - ha sottolineato il vicepresidente Piergiorgio Tenani – viene già fatta per oltre 400 ore all'anno, mentre ci teniamo a porre l'attenzione sul carico antropico che il progetto porterà in un'area già accessibile, tranquilla e in armonia, frequentata da oltre 150 specie di uccelli che lì nidificano. Per questo, insieme ad alcune migliorie e alla sistemazione delle aree umide, chiediamo di rendere davvero il parco un bene comune non snaturando la sua vocazione naturale e naturalistica e promuovendo un percorso condiviso non di facciata, con la possibilità di accedere alla documentazione”.

Gli assessori “tirano dritto”

Nonostante le sollecitazioni ricevute, sulla parte sportiva la Giunta “tira dritto” puntando sulla sostenibilità e sulla reversibilità delle opere in programma (che verranno realizzate “appoggiando” le strutture sul suolo minimizzando l'impatto ambientale del cantiere), sui tempi stretti per accedere al Pnrr e sull'intenzione di attuare un percorso di partecipazione legato alla gestione e alla costruzione del regolamento di utilizzo del parco: “Quella di coniugare l'attività motoria e il benessere con il verde - ha dichiarato l'assessore al verde pubblico Francesco Tresso – è una scelta precisa dell'amministrazione, così come quella di non rinunciare ai fondi del Pnrr. Tutte le strutture si potranno togliere, non ci sarà movimento di terra né consumo di suolo: grazie alla vittoria del bando Next Generation We di Compagnia di San Paolo, inoltre, ci doteremo di un piano di gestione da sviluppare insieme a chi vorrà contribuire; la stessa cosa avverrà per il regolamento”.

Durante l'incontro, infine, è stata esternata l'intenzione di installare un sistema di videosorveglianza: “Stiamo portando avanti - ha dichiarato l'assessore allo sport Domenico Carretta – una sfida con l'intenzione di creare un modello: realizzare una nuova idea di intendere lo sport e l'ambiente all'interno di un parco, permettendo ai cittadini di goderne in maggior sicurezza, migliorando la fruibilità e togliendo dal degrado attuale l'ex Galoppatoio. La videosorveglianza non sarà attiva sull'intero parco ma concentrata nelle strutture più soggette ad atti vandalici”.

I prossimi passi

Al momento, il progetto si trova a un livello di studio di fattibilità tecnico economica, mentre si dovranno attendere tutte le autorizzazioni per procedere all'approvazione di quello esecutivo. Tra queste, c'è grande attesa per il verdetto dell'Ente Parco sulla coerenza dell'iniziativa con il Piano d'Area e per quello di Arpa sulla sua incidenza ambientale. Quel che è certo, è che per i cittadini la questione è tutt'altro che chiusa, come confermato dalla petizione lanciata su Change.org in grado di raccogliere quasi 7mila adesioni in pochi mesi.

Marco Berton

Commenti