Il Nazionale

Cronaca | 31 marzo 2023, 13:19

Triora esempio di accoglienza: le istituzioni a confronto a un anno dall'arrivo degli ucraini (video servizio)

Triora accoglie dal 2017, prima i migranti e poi dall'anno scorso gli ucraini. Il paese ha dimostrato di saper superare le diffidenze iniziali trasformando in risorsa la presenza di persone straniere. Oggi tavola rotonda per parlare di accoglienza.

Triora esempio di accoglienza: le istituzioni a confronto a un anno dall'arrivo degli ucraini (video servizio)

Un anno dopo l’arrivo dei profughi ucraini Triora apre una tavola rotonda sulla accoglienza. Il paese della Valle Argentina a poco più di 700 metri sul livello del mare, da tempo è diventato esempio sotto il profilo umanitario. 

Oggi parliamo della guerra in Ucraina e delle famiglie fuggite dalla invasione russa ma prima ancora, dal 2017, Triora ospita i migranti arrivati sulle coste italiane. Esperienze differenti che parlano di integrazione. Cinque anni fa, il paese accettò con qualche difficoltà l'apertura di un Centro di Accoglienza Straordinaria nell'ex albergo del paese. A distanza di tanti anni la comunità ha imparato ad accogliere capendo quanto queste comunità straniere siano una risorsa per l'intero territorio.

In questo contesto si è mosso il confronto nella sala conferenze di Palazzo Stella. Il sindaco di Triora Massimo Di Fazio insieme a Massimo Tornabene, vicepresidente della cooperativa Interazioni di Torino (l’ente che dal 2017 gestisce le strutture di accoglienza a Triora) hanno accolto i rappresentati delle istituzioni. All'incontro sono intervenuti: Francesco Cardellicchio (Prefettura Imperia), Pasquale Russo (Questura Imperia), il maresciallo Luca Salvati (Carabinieri di Triora), il dott. Roberto Ravera (ASL 1), la dott.ssa Cinzia Albertazzi (Psicologa al servizio della Coop Interazioni), Roberta Saldo (servizi sociali Taggia), Elena Barcellona (CPIA) e Maria Sepe (Scuola Edile). 

Si è parlato accoglienza ma soprattutto di integrazione all'interno della comunità. Un aspetto fondamentale e non così scontato se si pensa non tanto al rapporto tra stranieri e residenti, quanto piuttosto per le differenze culturali e di vita quotidiana. L’amministrazione Di Fazio è stata tra le prime a rispondere all’emergenza Ucraina. In poco tempo sono stati messi a disposizione gli alloggi comunali e le cucine della pro loco che hanno permesso di accogliere le prime famiglie. Prima ancora, con i migranti, l’amministrazione comunale avevano allestito e avviato un orto sociale per i migranti per coltivare frutta e verdura. Di recente anche l'ottenimento di un finanziamento PNRR che servirà a mettere in piedi anche una struttura che aiuti gli stranieri nella gestione delle pratiche burocratiche. 

Nel corso dell'incontro anche una targa di benemerenza per la signora Nives Bianchi e per il suo impegno nell'aiutare queste persone, tanto da farne punto di riferimento per l'intero paese. "C'è stata una bella integrazione. Ci sono persone che lavorano con le attività di Triora. Credo sia stata una bellissima cosa che ha funzionato anche se in passato eravamo più scettici quando si è insediato il CAS e invece ci siamo dovuti ricredere. - ha sottolineato Massimo Di Fazio - Possiamo dire che sono una risorsa. Cercheremo di coinvolgere ancora di più e integrare queste persone. Se c'è la possibilità di aprirsi per aiutarli perchè non farlo ed è doveroso farlo. Se vengono qui per insediarsi e lavorare non c'è colore di pelle e alcun problema".

Oggi a Triora sono presenti una ventina di migranti presso la Colomba d'Oro e una trentina di ucraini nelle case comunali. "Le famiglie che ospitiamo si sono inserite su un contesto che aveva dimostrato negli anni precedenti accogliente e rendere risorse la presenza di queste persone e non un problema. - analizza Massimo Tornabene - Stiamo costruendo ricadute positive, con attività di restituzione alla comunità ma pensiamo alla collaborazione verso la comunità per iniziative sociali e culturali. I bambini che ospitiamo frequentano scuole e parchi giochi. Generiamo un nuovo senso di appartenenza. Le prime persone, in particolare gli ucraini, hanno deciso di fermarsi qui perchè sono riusciti a costruire relazioni positive con le famiglie del territorio. Sul futuro si interrogano gli occhi degli uomini, delle donne e dei bambini che vivono questa esperienza. Ci stiamo occupando di trovare opportunità occupazionali per il futuro ma è anche vero che la loro speranza è di poter tornare a casa loro per ricostruire. È la prima speranza che leggiamo nei loro occhi".

Stefano Michero

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