Stamane, al tribunale Bruno Caccia di Torino, si è celebrata la seconda udienza del secondo troncone, rimasto ancora in piedi e su cui incombe la prescrizione, della maxinchiesta ‘Tenda Bis’. I termini matureranno nel 2025. Il rischio è concreto.
Dopo la chiusura della prima tranche a Cuneo, che ha visto la condanna in primo grado di tutti gli imputati, i quali, a vario titolo, dovevano rispondere di alcuni furti avvenuti sul cantiere, di alcune centine che avrebbero dovuto essere destinate alla realizzazione della galleria Tenda Bis, l’altra parte di fascicolo è approdato al palazzo di giustizia torinese. Lo sdoppiamento del faldone ruota attorno alla competenza territoriale.
La Procura, rappresentata dalla p.m. Chiara Canepa, sostiene l’accusa di frode in pubbliche forniture, falsificazioni sulle certificazioni SAL (avanzamento stato dei lavori), truffa ai danni dello Stato e attentato ai pubblici trasporti di fronte al giudice Maria Grazia Locati.
Sono quindici gli imputati, cinque dei quali sono già stati giudicati a Cuneo. Parti civili, il Comune di Limone Piemonte, l’Anas e il Ministero dei Trasporti. Nell’udienza precedente, le difese avevano sollevato alcune questioni preliminari (LEGGI QUI), su cui, stamane, il giudice si è espresso rigettandole in toto. Tra queste, era stata avanzata anche la richiesta di riassegnare al Tribunale di Cuneo il fascicolo. Il pubblico ministero ha inoltre chiesto la trascrizione di alcune intercettazioni telefoniche. Contestuali anche le richieste di prova delle parti.
Il giudice ha aggiornato il processo al 18 aprile.
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