Il Nazionale

Cronaca | 28 marzo 2023, 12:49

Ucciso dalla 'ndrangheta, Torino ricorda Bruno Caccia e gli intitola la prima scuola in Italia

L'omicidio 40 anni fa. La figlia Paola: "Necessario rinforzare le difese delle nuove generazioni contro la mafia"

Ucciso dalla 'ndrangheta, Torino ricorda Bruno Caccia e gli intitola la prima scuola in Italia

26 giugno 1983: il procuratore Bruno Caccia venne ucciso dai sicari della 'ndrangheta, che gli spararono contro 17 colpi mentre stava portando a spasso il cane mentre si trovava vicino alla sua abitazione in via Sommacampagna. A distanza di 40 anni, la Città di Torino ha programmato una serie di iniziative per ricordare il magistrato. "All'epoca - ha spiegato la vicesindaca Michela Favaro, presentando gli eventi - non era così chiaro che la criminalità fosse infiltrata al nord: oggi lo è molto di più. Negli ambienti criminali si diceva 'peggio di Caccia per noi non c'è nessuno': voglio che si arrivi a dire 'per la 'ndrangheta, peggio di Torino non c'è nessuno'". "Ricordare oggi il procuratore - ha commentato il sindaco Stefano Lo Russo - vuol dire affermare che la legalità non è un concetto astratto, ma è pratica quotidiana di tutti coloro che hanno a cuore i valori democratici".

Intitolata la D'Azeglio-Nievo" a Caccia

L'iniziativa più importante è sicuramente l'intitolazione dell'istituto comprensivo "D'Azeglio-Nievo" a Bruno Caccia: è la prima scuola in Italia dedicata alla sua figura. La cerimonia si svolgerà il prossimo 5 aprile. "Segno - ha sottolineato l'assessore all'Istruzione Carlotta Salerno - che la legalità parte dalle scuole". Per tutto il 2023 le sedi istituzionali della Città, dal Comune alla Prefettura, ospiteranno una mostra fotografica itinerante sul procuratore. Alla sua memoria sarà dedicato un concerto di musica classica del conservatorio "Giuseppe Verdi" il prossimo 9 giugno, mentre dal 23 al 25 giugno torna il "Festival Armonia, l'arte libera il bene" alla cascina Caccia: l'immobile di San Sebastiano Po è stato sequestrato alla 'ndrangheta. 

La figlia: "Rinforzare difese giovani contro mafia" 

"Noi familiari - ha sottolineato la figlia Paola Caccia - siamo riconoscenti alla Città: non è da tanti anni che abbiamo la sensazione di essere supportati. Grazie a Libera è stata ripescata la sua memoria e il suo nome: abbiamo tanto fatica a farlo conoscere, nonostante fosse stato ucciso dalla criminalità".

"Ci piace molto - ha aggiunto - che ci siano iniziative per i giovani e i ragazzi: è necessario rinforzare le difese delle nuove generazioni contro la mafia, per tenere alta la guardia contro l'illegalità".

L'omicida 

"Quando un magistrato - ha aggiunto - muore ucciso dalla mafia nel nord Italia, bisogna continuare a interrogarsi: vogliamo sapere quello che ancora non è stato chiarito". "La famiglia ancora spera che emerga altro: speriamo che tutta l'attenzione che c'è quest'anno ci aiuti ad approfondire", ha concluso Caccia. Il 22 dicembre 2015 la DDA di Milano ha arrestato il presunto autore materiale dell'omicidio del procuratore: si tratta di Rocco Schirripa, condannato all'ergastolo.

Cinzia Gatti

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