Il Nazionale

Cronaca | 16 marzo 2023, 07:10

Un'anagrafe dei dna dei cani contro i padroni maleducati, Tresso frena: "Difficile schedare 90mila animali"

L'assessore alla tutela animali: "Quelli col chip sono 7-8000, ma chi lo fa è anche più attento ai comportamenti sbagliati. Meglio spendere per sensibilizzare e comunicare"

Un'anagrafe dei dna dei cani contro i padroni maleducati, Tresso frena: "Difficile schedare 90mila animali"

A Carmagnola lo fanno già (e nei giorni scorsi c'è stato un giro di vite, in occasione della Fiera di primavera), ma anche a Torino si ragiona sull'utilizzo del test del dna per incastrare i padroni maleducati di cani. 
Quasi come in una serie tv crime, laboratori e provette daranno il contributo a contrastare un malcostume vecchio come il mondo: i marciapiede delle città usati come wc a cielo aperto. Basterà testare gli escrementi e, se c'è l'incrocio con il database, il gioco sarebbe fatto.

Ma all'ombra della Mole potrebbe non essere così facile. Anche perché il primo passo sarebbe costituire un'anagrafe del dna canino che sia la più ampia possibile, così da avere un data base di archivio da confrontare. "È fattibile, alcuni Comuni lo stanno praticando - spiega l'assessore alla tutela animali, Francesco Tresso -, ma bisogna ragionare anche sui costi e sulla fattibilità in un territorio come il nostro". 

Una platea da 90mila animali da registrare

"Ho sentito l'Istituto zooprofilattico per quanto riguarda costi e numeri dell'operazione - dice ancora -: ritengo sia difficile censire quasi 90mila cani, quanti si stima ce ne siano a Torino. Oggi soltanto 7-8000 cani sono microchippati e finiremmo per andare a indagare sui comportamenti di chi, essendosi registrato, potrebbe già essere sensibile su questi temi. Mentre Si rischierebbe di non avere alcun controllo sulla stragrande maggioranza, così numericamente grande da sfuggire". 

Puntare su altre ricette

Insomma, per "taglia" (è il caso di dirlo), Torino si presta poco. "Forse come iniziativa funziona per i Comuni più piccoli. Mentre per noi, come numeri e dimensione, penso sia meglio puntare su altre iniziative, magari di comunicazione e sensibilizzazione. Oltre ad alzare il livello di attenzione nel multare chi non rispetta le regole".

Massimiliano Sciullo

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